Omicidio di Giulia, il parroco di Senago: "Non è tempo di perdono"

Don Grimoldi: "Bisogna vedere che cammino Alessandro farà in carcere. Ora c’è un dolore troppo grande". La testimonianza del diacono della chiesa: "A breve avrei incontrato Giulia per il battesimo del piccolo"

Senago (Milano), 5 giugno 2023 – “Preghiamo per Giulia Tramontano e per il suo bambino: che il Signore doni a loro per sempre quell’amore che cercavano nella vita, trovando invece menzogna, violenza e morte". Don Sergio Grimoldi è il parroco di Santa Maria Nascente, a Senago: "Parlare di perdono è davvero prematuro in questo momento. Vedremo quale cammino farà lui in carcere...". Lui, Alessandro Impagnatiello, l’uomo che ha ucciso la compagna, ha provato a bruciarne il corpo, l’ha scaricato dietro un garage e mentito a tutti per giorni. "Il perdono è anche frutto di un cammino lungo, di conversione...".

Don Sergio Grimoldi è il parroco della chiesa di Santa Maria Nascente, a Senago
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Don Grimoldi, siamo qui a commentare l’indicibile.

"In questi giorni ho pregato tanto per Giulia e per il bambino di sette mesi che portava in grembo. Ho seguito con sgomento la vicenda sperando fino all’ultimo, come tutta la comunità, che venisse ritrovata viva. Non ho ancora avuto modo di incontrare la famiglia di Giulia, so che è rientrata in Campania, ma sono in contatto con la parrocchia di Sant’Antimo per i funerali".

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Abbiamo assistito a un pellegrinaggio infinito ai luoghi dell’orrore, fiori e peluche.

"La comunità di Senago ha reagito con profondo smarrimento. La gente è molto scossa. Nessuno si spiega come si possa arrivare a tanto. È questa la cosa che turba tutti noi".

Giulia e Thiago sono stati uccisi dalla mano di chi avrebbe dovuto proteggerli. È possibile perdonare un uomo che compie un gesto così atroce?

"Ribadisco, è presto per parlare di perdono. Un cammino di conversione richiede tempo: penso che di perdono si parlerà molto più avanti. Da un punto di vista umano abbiamo tutti un grande dolore nel cuore".

Siamo di fronte a una vicenda che interroga tutti, fedeli e non. Qual è la sua riflessione?

"È necessario e utile chiedersi come sia possibile toccare un tale abisso. Cosa porta un uomo a compiere un atto così disumano? Dobbiamo riflettere su quali modelli di uomo e di donna stiamo promuovendo. Come stiamo educando i giovani? Quali ideali stiamo proponendo? Perché, ricordiamolo: la colpa non è mai del singolo o della famiglia, è della società intera".

Nel suo cammino di sacerdote le era capitato altre volte di dover trovare parole per vicende così drammatiche?

"Purtroppo, sì. Ricordo il suicidio di un ragazzo e un figlio che uccise il padre a fucilate. Tragedie che ci riportano alle domande fondamentali della vita".

Francesco Buono, il diacono a cui don Grimoldi ha affidato ieri l’omelia e celebra i battesimi nella chiesa di Santa Maria Nascente, racconta: "Avrei dovuto incontrare Giulia a breve per introdurla al percorso verso il sacramento. Per questo la tragedia mi ha colpito in modo ancora più drammatico. Penso alla gioia con cui avrei battezzato quel bambino. Ho tanto desiderato di poterlo fare nei giorni in cui Giulia era sparita e tutti speravamo di ritrovarla viva". L’invocazione a Giulia e a Thiago ("Cercavano la vita, hanno trovato violenza e morte") è stata recitata ieri in tutte le messe celebrate a Senago ed è risuonata anche tra le navate della parrocchia di Sant’Antimo, nel Napoletano, paese d’origine della famiglia Tramontano in cui nei prossimi giorni verranno celebrati i funerali di Giulia.