Omicidio Faenza, il tormento della figlia di Ilenia: "Papà ordinò solo di spaventarla"

L’uomo è in carcere come mandante del delitto. Una lettera alla ragazza per discolparsi. Lei lo difende: "Ha sbagliato, ma non voleva uccidere mamma. La colpa è di quel Barbieri"

Claudio Nanni, 54 anni, presunto mandante dell’omicidio della moglie Ilenia Fabbri, 46

Claudio Nanni, 54 anni, presunto mandante dell’omicidio della moglie Ilenia Fabbri, 46

Il fatto che "le cose sono andate diversamente da come dovevano andare", apre a due strade. Da una parte l’aggressivo manipolatore, come indica l’accusa, capace di pianificare l’omicidio della ex moglie perché lei reclamava la sua quota del patrimonio coniugale. Dall’altra si arriva a un maldestro e livoroso ex marito in cerca di una rivalsa ingigantitasi a sua insaputa. Nella lettera, finora inedita, che il meccanico 54enne Claudio Nanni ha scritto dal carcere alla figlia 21enne Arianna, l’uomo cerca di risolvere il bivio a proprio favore. E sembra esserci riuscito tanto che per l’omicidio della ex consorte, la 46enne Ilenia Fabbri sgozzata il 6 febbraio scorso nel suo appartamento di Faenza, Arianna dice ora di avere le idee chiare sull’unico colpevole: "Il problema non è babbo, il problema è Pierluigi Barbieri".

In effetti Barbieri, alias lo Zingaro, nerboruto 53enne di origine cervese ma residente nel Reggiano, ha già reso piena confessione nell’interrogatorio di garanzia di lunedì scorso: con la promessa di 20 mila euro e un’auto, ha ucciso Ilenia per conto dell’amico Nanni in quella che avrebbe dovuto essere la messinscena di un furto finito in tragedia. Nanni, ascoltato poche ore dopo, ha confermato di avere in effetti mandato lo Zingaro dalla ex: ma in cambio di 2.000 euro e solo per spaventarla senza torcerle un capello. Si arriva a questo punto alla lettera inviata venerdì scorso: ovvero ancora prima di sapere che cosa avesse in mente il Barbieri, Nanni era pronto a parziali ammissioni. "Arianna – esordisce il meccanico faentino con grafia scandita e tondeggiante – come ti avranno detto i miei avvocati, le cose sono andate diversamente da come dovevano andare. In ogni caso ho commesso un errore e dovrò pagare". Nella missiva, destinata a finire nel faldone delle indagini, l’uomo compie poi quello che sembra essere un implicito accenno a un eventuale ergastolo: "Il non poterti più vedere o per anni o per sempre, per quanto ti amo, in questo momento non mi dà la forza di vivere più".

È inoltre consapevole del fatto che la figlia potrebbe detestarlo: "In più dovresti provare odio nei miei confronti e questo mi butta ancora più giù. Per questo provo vergogna nel parlare e farmi vedere da tutti, ma soprattutto da te. Non ci sono parole per chiederti scusa e penso che la cosa migliore sia scomparire". Il successivo riferimento, è per chi si dovrà prendere cura della 21enne in sua assenza: "La zia Cristi e lo zio Dino ti seguiranno per ogni cosa". L’ultimo richiamo è per il dichiarato affetto verso la giovane: "Nonostante tutto, il mio amore per te è grande".

Arianna, alla separazione dei genitori nel 2018, aveva scelto di vivere una settimana con ciascuno. Dal giorno del delitto, era andata ad abitare con il padre. Nel corso della prima fase delle indagini, si era detta convinta del fatto che una volta individuato l’assassino, gli inquirenti le avrebbero offerto la possibilità di incontrarlo a quattr’occhi per chiedergli spiegazioni.

La lettera del padre deve però averla convinta sulla strada da imboccare al bivio: tanto che è già andata da un avvocato a informarsi sulla procedura per chiedere un colloquio in carcere. E ora c’è solo lo Zingaro davanti ai suoi occhi. In una telefonata con una giornalista di Mattino Cinque, è arrivata a difendere il padre usando queste parole: "Mi ha mandato una lettera, dice che mi vuole tanto bene e basta. Io so che non la voleva ammazzare, lui me l’ha detto. Ha sbagliato a fare ‘sta puttanata di fargli paura. Ma il problema non è babbo: il problema è Pierluigi Barbieri".