Omicidio dell’avvocato dei vip La sorella condannata a 15 anni

Era malato di cancro, i giudici: la donna gli diede del sedativo per farlo morire prima

Migration

Un angelo nei teatri di guerra, un assassino tra le mura domestiche. Marzia Corini, 57 anni, medico rianimatore con esperienza maturata nell’ospedale di Cisanello e poi volontaria di organizzazioni umanitarie, uccise il fratello Marco, avvocato dei vip, malato terminale di cancro che aveva 54 anni. Lo fece per mettere mano all’eredità a rischio, un milione di euro, frutto di un falso testamento e della circonvenzione del congiunto, ritrovato dopo anni di incomunicabilità. È la verità processuale a cui è giunta la Corte di assise della Spezia, dopo tre anni di udienze. Lei la respinge. Ma è scandita nella sentenza di condanna a 15 anni di reclusione; sette in meno rispetto a quelli chiesti dal pm Luca Monteverde che vede comunque sostanzialmente confermata l’impalcatura accusatoria frutto delle indagini dei carabinieri.

La somministrazione del farmaco lenitivo del dolore non fu, dunque, un atto di amore per alleviare le sofferenze del congiunto prossimo alla dipartita. Ma un omicidio volontario aggravato, mosso dalla volontà di evitare di perdere un tesoro, quello dell’eredità delineata nel testamento nullo del 18 settembre 2015, conseguenza della circonvenzione del fratello. Reati, secondo la corte orchestrati con la complicità dell’ex collega di studio del legale, l’avvocato Giuliana Feliciani, estranea all’omicidio, ma condannata a 4 anni. Gli avvocati difensori annunciato appello. Non vuole parlare Marzia Corini. Intanto pendono anche le pene accessorie: per entrambe c’è anche l’esclusione della successione di Marco Corini per "indegnità".

Corrado Ricci