Sabato 26 Aprile 2025
REDAZIONE CRONACA

Omicidio coppia cinese. Esecuzione mafiosa nella faida delle grucce

Roma, marito e moglie freddati con sei colpi di pistola alla testa. Gli inquirenti: delitto fra asiatici per il controllo della logistica.

Zhang Dayong, 53 anni, e la 38enne Gong Xiaoqing sono stati freddati con 6 colpi di pistola

Zhang Dayong, 53 anni, e la 38enne Gong Xiaoqing sono stati freddati con 6 colpi di pistola

Freddati con sei colpi di pistola alla testa. È stata un’esecuzione in piena regola quella avvenuta nella serata di lunedì, intorno alle 23, a Roma, in via Prenestina, zona Pigneto, affollatissima di giovani la sera. A farne le spese una coppia di cinesi: Zhang Dayong, 53 anni, conosciuto alle cronache in quanto finito in un’inchiesta sulla mafia cinese a Prato nel 2018, e la moglie Gong Xiaoqing, 38 anni. I due sono stati uccisi in quella che appare un vera e propria esecuzione in stile mafioso e su cui sta indagando la Dda della Capitale. Secondo quanto emerso dal racconto dei testimoni, il killer, che indossava un cappuccio, ha suonato il citofono di alcuni condomini per farsi aprire il portone ed è salito al piano dove abitavano i coniugi. Ha atteso che i due rincasassero, poi è sceso di nuovo in strada. Quando le vittime sono arrivate a bordo di una bici elettrica ha sparato a distanza ravvicinata: quattro colpi a Dayong, due in testa alla moglie. Poi è scappato con un complice. I carabinieri sono al lavoro per risalire all’identità del killer: risposte potrebbero arrivare dalle telecamere e dai cellulari delle vittime trovati, come la borsa della donna, sulla scena del crimine.

Inquietante è il metodo usato e la personalità di spicco della vittima all’interno della comunità cinese. Il sospetto degli investigatori è che l’omicidio possa collocarsi nella faida per il controllo del settore della logistica e di quello delle grucce in corso da anni a Prato dove è presente una nutrita comunità cinese.

La città toscana, ma non solo, negli ultimi mesi è stata teatro di "una escalation di violenza", come detto più volte dal procuratore di Prato Luca Tescaroli: cinque attacchi incendiari, di cui tre nel pratese, uno a Madrid e uno a Parigi, nei confronti di ditte di logistica collegate al figlio di Zhang Naizhong, il "capo dei capi" come fu definito dal gip nell’inchiesta Chinatruck del 2018. E poi ancora: tentati omicidi, aggressioni, intimidazioni. Una guerra per accaparrarsi il mercato e arricchirsi fra due gruppi contrapposti a capo di multinazionali che smuovono enormi quantità di denaro. Dayong era stato collaboratore di Naizhong: era a processo, nell’ambito dell’inchiesta Chinatruck, per due episodi di estorsione. Sarebbe stato lui che con minacce e intimidazioni andava a riscuotere i soldi per conto di Naizhong. Il passato sodalizio fra i due fa pensare che l’omicidio possa essere collegato alla faida in corso a Prato.

Laura Natoli