Omicidio Bergamini, indagini chiuse L’ex fidanzata è l’unica accusata

Il legale della famiglia: "Abbiamo saputo da un comunicato. Ora chiediamo gli atti"

COSENZA

Nella memoria di tutti è rimasta quella foto, una coperta che copre il cadavere di un uomo, lungo la statale 106 Jonica vicino a Roseto Capo Spulico, davanti al camion che lo ha appena investito. Era il 18 novembre 1989. Ma Donato ’Denis’ Bergamini, calciatore del Cosenza originario di Boccaleone di Argenta (Ferrara), era già morto prima dell’investimento. Ucciso. La Procura di Castrovillari ha notificato la conclusione delle indagini a Isabella Internò, ex fidanzata del centrocampista del Cosenza, che resta unica indagata per l’omicidio del calciatore, come ha chiarito in un comunicato il procuratore Simona Manera.

Archiviate le posizioni dell’autista del tir e quella del marito della donna, che inizialmente risultava indagato per favoreggiamento in relazione alle dichiarazioni fornite dalla moglie in fase di escussione come teste. "Abbiamo appreso della notizia della chiusura delle indagini – ha spiegato in un video pubblicato su Facebook l’avvocato della famiglia Bergamini, Fabio Anselmo, parlando anche a nome della sorella di Denis – da un comunicato stampa della procura di Castrovillari. Non sappiamo che fine abbiano fatto gli altri indagati. Sappiamo, comunque, che Isabella Internò rimane accusata di omicidio pluriaggravato e quindi, come tale, strettamente punibile con l’ergastolo (non soggetto a prescrizione)". "Ci auguriamo – aggiunge il legale – di poter visionare presto gli atti. Per questo abbiamo già inoltrato una richiesta via pec. Auspichiamo davvero che la procura ci rilasci copia dei documenti perché credo che la famiglia Bergamini ne abbia pieno diritto così come forse avrebbe avuto diritto di conoscere gli esiti in altro modo".

L’inchiesta era stata riaperta 6 anni fa dall’ex procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla e poi proseguita e chiusa dal pm Luca Primicerio. Ipotizza che Bergamini possa essere stato ucciso e quindi coricato sull’asfalto perché fosse investito. Alla base ci sarebbe stata la fine, per decisione del calciatore, del legame con la donna. Che ora ha 20 giorni per produrre una memoria difensiva o chiedere di essere interrogata. La svolta sulla morte del calciatore risale al 2013. La tesi iniziale del suicidio sarebbe stata avvalorata dalle testimonianze della fidanzata, che era insieme a lui quando morì, e del camionista. Ma Domizio e Donata Bergamini, padre e sorella del calciatore, non avevano mai creduto a questa conclusione.