Avellino, ucciso dalla figlia e dal fidanzato. Il piano era sterminare tutta la famiglia

Aldo Gioia, 53 anni, accoltellato nel sonno. I due nella notte hanno confessato: volevano uccidere anche la madre e la sorella della ragazza

Immagini dal profilo Facebook di Elena e Aldo Gioia

Immagini dal profilo Facebook di Elena e Aldo Gioia

Avellino, 24 aprile 2021 - Si chiamava Aldo Gioia l'uomo ucciso a coltellate dalla figlia diciottenne e dal fidanzato nella tarda serata di ieri nel suo appartamento ad Avellino. L'aggressione è avvenuta davanti alla moglie e all'altra figlia del 53enne che, una volta soccorso e trasportato in condizioni disperate all'ospedale Moscati di Avellino, è morto.

Omicidio Aldo Gioia: fidanzato accusa la fidanzata

L'omicidio è avvenuto intorno alle 22.45 nell'appartamento di corso Vittorio Emanuele. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Gioia stava dormendo sul divano quando il giovane, aiutato dalla figlia del geometra, lo ha accoltellato più volte con un grosso coltello da cacciatore, senza che l'uomo avesse modo di difendersi. La moglie e l'altra figlia di Gioia, che dormivano nelle loro stanze, sono accorse richiamate dai lamenti della vittima ed hanno chiamato i soccorsi. Dopo l'aggressione, i due fidanzati sono scappati e sono stati ritrovati nella notte a Cervinara, nell'abitazione del fidanzato Giovanni L. di 23 anni, e arrestati con l'accusa di omicidio volontario.

Il movente che ha portato la coppia al delitto sarebbe la relazione tra i due giovani che il padre non approvava. Negli ultimi giorni erano state segnalate diverse discussioni, l'ultima ieri sera culminata con una lite furibonda.

Per gli investigatori della squadra mobile della questura di Avellino, che hanno ascoltato a lungo la moglie della vittima e l'altra figlia, che sulle prime erano ancora in stato di shock e non riuscivano a riferire tutti i particolari di quanto avvenuto nel corso della notte, nelle ore successive la situazione si è delineata con chiarezza e sono così scattate le ricerche dei due fuggitivi. Una volta in Questura, i due hanno confessato l'omicidio al pm della Procura irpina Domenico Airoma, riferendo che il loro piano avrebbe dovuto concludersi con l'uccisione anche della madre e della sorella della giovane. Una vera e propria strage pianificata dalla coppia e non portata a compimento per ragioni ancora da definire.

Per la ricostruzione dell'omicidio, sono stati decisivi i messaggi contenuti nei telefonini dei due.