Sabato 20 Aprile 2024

Omicidio di Ernesto Albanese, panini e cocaina al rondò poi decisero di ucciderlo

Panini e cocaina al rondò sulla Statale. Lo racconta, dettagliando i rapporti tra una serie di persone, ma anche le dinamiche di gestione di chili di stupefacente nel Comasco, Luciano Nocera, quarantaseienne di Lurate Caccivio di Paola Pioppi

La cascina a Guanzate, dove è stato trovato il cadavere (Cusa)

La cascina a Guanzate, dove è stato trovato il cadavere (Cusa)

Guanzate (Como), 1 febbraio 2015 - Panini e cocaina al rondò sulla Statale. Lo racconta, dettagliando i rapporti tra una serie di persone, ma anche le dinamiche di gestione di chili di stupefacente nel Comasco, Luciano Nocera, quarantaseienne di Lurate Caccivio. Lo scorso 19 gennaio ha ufficializzato la sua condizione di collaboratore di giustizia davanti al gup di Milano, all’apertura dell’udienza preliminare per un traffico di droga e altri reati connessi, che coinvolge 119 imputati. Nelle dichiarazioni fornite davanti al pubblico ministero Marcello Musso, e depositate nel procedimento, Nocera racconta in particolar modo del periodo in cui lavorava con Ernesto Albanese, ucciso l’8 giugno scorso a 33 anni e seppellito sul retro di un’abitazione di Guanzate. Omicidio per quale a ottobre lo stesso Nocera, assieme ad altre cinque persone, è stato raggiunto da ordinanza di custodia cautelare. Nel 2008, i due passavano assieme intere nottate, a vendere panini sul furgone di Nocera. Ma anche a comprare chili di cocaina. Secondo le sue affermazioni, sarebbe stata fornita da Giuseppe Muscatello, 43 anni residente a Mariano Comense, altro imputato nel processo milanese: il prezzo pattuito era di 42mila euro al chilo, da pagare in contanti al ritiro.

Le consegne, inizialmente, sarebbero passate attraverso un altro imputato, Diego Tripepi, 56 anni di Mozzate, che tuttavia ad un certo punto viene ad avere un problema per un pagamento: «È diventato inaffidabile – avrebbe confidato Muscatello a Nocera – mandami Albanes». Il suo ruolo diventa all’improvviso più importante. Gli affidano soldi e chili di droga: all’inizio solo per conto di Nocera, poi sembra anche per altri. Si prende troppo spazio: «Non dare troppa confidenza a quello che lavorava per me – dice Nocera nel gennaio 2008 a Tripepi – perché si è montato la testa e deve stare al suo posto». Fino al 2009, quando Albanese viene arrestato con due chili di cocaina destinati a Muscatello, ma che finiscono nelle mani dei carabinieri. Una perdita non indifferente per l’organizzazione, di cui viene chiamato a rispondere lo stesso Nocera – come afferma lui stesso al pm - per quanto non direttamente collegato con quel carico. Albanese era un suo uomo, a Nocera viene chiesto di ripagare mezzo chilo di quella droga finita nei caveau del Tribunale. Qualche mese più tardi, dopo la scarcerazione, i rapporti tra Nocera e Albanese si deteriorano sempre di più, fino all’aggressione della notte tra l’8 e il 9 giugno scorso, quando viene prelevato da casa, portato in un bosco e accoltellato a ripetizione. Quando la Dda esegue questa ordinanza di custodia, Albanese è già sparito da quasi un mese, ma il sospetto era che si fosse nascosto per sottrarsi alla cattura.