
La donna è scesa in strada sporca di sangue a chiedere aiuto. Il 59enne aveva diverse ferite alla testa. I vicini: litigavano spesso.
"È caduto, chiamate qualcuno". Sporca di sangue e sconvolta, Lorenza Scarpante ieri mattina è scesa in strada a chiedere aiuto. In casa, al terzo piano di una bella palazzina Liberty di via Zanolini, in centro a Bologna, c’era il cadavere di suo marito, riverso in una pozza di sangue nel tinello. La testa sfasciata da più colpi, inferti con qualcosa di pesante. Un oggetto che ancora non è stato trovato.
L’omicidio di Giuseppe Marra, 59 anni, originario di Aosta, è stato scoperto intorno alle 10,30 del mattino. A dare l’allame è stata proprio la moglie Lorenza. La scena che si è mostrata all’arrivo dei carabinieri era terribile: il corpo era a faccia in giù nel sangue, sparso tra mobili, porta e pavimento all’ingresso dell’appartamento. Dalla ricognizione cadaverica, è emerso come Marra fosse già morto da ore: probabilmente durante la notte. In casa c’erano solo lui, Lorenza e il gatto di famiglia. Per questo la donna sarà indagata per omicidio volontario: un’iscrizione come atto dovuto, a tutela della sua delicata posizione.
Per tutta la giornata di ieri l’appartamento è stato setacciato da cima a fondo dai carabinieri, che indagano coordinati dalla pm Manuela Cavallo: gli specialisti della Sis hanno repertato ogni traccia di sangue, per delineare la dinamica dell’omicidio. Anche per verificare l’eventualità che qualcuno possa essere entrato nell’abitazione e poi essere fuggito dopo aver ucciso il cinquantanovenne. Per questo sono state acquisite le immagini riprese dalle telecamere private e pubbliche di via Zanolini. E sono stati setacciati i cassonetti della strada, in cerca di quell’oggetto pesante usato per colpire alla testa la vittima. Nulla, però, è stato trovato. Non è escluso neppure che l’arma sia ancora in casa. Anche la Renault Scenic in uso a entrambi i coniugi è stata sequestrata.
Intanto sono stati ascoltati i vicini di casa e i conoscenti della coppia. Alcuni hanno riferito di litigi frequenti. Giuseppe e Lorenza erano infatti in crisi da qualche tempo: erano stati anche separati per un po’, ma nell’ultimo periodo erano tornati insieme per ‘riprovarci’.
La coppia viveva in quell’appartamento dal 2021, dopo essersi trasferita dalla Valle d’Aosta. Entrambi erano molto conosciuti nella Valle: lui era stato titolare per diversi anni di una società di informatica diventata punto di riferimento per la Regione, con cui aveva avuto per diverso tempo una convenzione per la gestione del servizio. Nella città all’ombra del Monte Bianco aveva anche aperto, con Lorenza, un locale, il Rebel. Che però aveva avuto una vita breve e travagliata: erano stati costretti a chiudere dopo un lungo tira e molla con alcuni residenti, che avevano fatto esposti per il rumore dei clienti. Da qui la decisione di trasferirsi a Bologna e avviare una nuova attività: un negozio di cannabis light in centro. Giuseppe e Lorenza sognavano di ricominciare da Bologna. Il destino ha scritto per loro un’altra storia.