Omaggio europeo a Draghi Ultimo atto: l’accordo sul gas "L’Italia resti protagonista"

Il premier uscente saluta al termine del vertice sull’energia: presto le bollette saranno più basse "Non do consigli al nuovo governo, posso solo offrire la testimonianza di ciò che abbiamo fatto"

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di Giovanni Rossi

Meglio di una staffetta. Mentre Giorgia Meloni sale al Quirinale, Mario Draghi lucida il testimone di governo con una sfavillante conferenza stampa a Bruxelles. Il passaggio di consegne, che chiude l’era dei tecnici, vede il premier al centro della scena mediatica europea con attenzione da statista. L’eredità che Draghi illustra, tappa dopo tappa, è un tesoro di credibilità da custodire con cura: "L’Italia è un Paese molto forte, ha dimostrato molta energia e credibilità. La crescita combinata negli ultimi due anni è del 10%. L’economia ha performato molto bene: ora sta entrando in un periodo più difficile, ma da un punto di partenza piuttosto solido". E il successo nella battaglia per il prezzo del gas è il coronamento di un ritrovato protagonismo italiano. "Un’ulteriore prova della bontà delle nostre proposte che si tradurranno presto in bollette più basse", annuncia il vincitore della maratona negoziale.

Draghi appare più che soddisfatto: un tetto al prezzo del gas nella Ue "sembrava impossibile", ma alla fine "ci siamo riusciti". Il Consiglio europeo ha dato il "pieno avallo politico" alle misure necessarie, ora Commissione e Consiglio Ue finalizzeranno le "decisioni operative", rivendica il premier ringraziando il cancelliere tedesco Olaf Scholz per il percorso di reciproca comprensione: "Una conversazione molto bella tra due persone che erano su punti di vista totalmente opposti ma poi hanno saputo trovare una convergenza". Ripercorre mentalmente i grafici: "Sul mercato Ttf il prezzo del gas aveva toccato i 350 euro per megawattora ad agosto, è prima sceso a 116 euro e, dopo la notizia dell’accordo, ha perso il 10%, a dimostrazione che la componente speculativa nella formazione di questo prezzo è molto rilevante". Una vittoria a nome dei consumatori.

La competizione globale chiama e l’Europa non può farsi trovare impreparata rispetto agli altri attori. Su tutti la Cina, ora che Xi Jinping è al terzo mandato: "Non dobbiamo ripetere l’errore di essere stati indifferenti, indulgenti, superficiali" come "nei nostri rapporti con la Russia", è l’europosizione dei 27 che l’ormai ex premier valorizza. Non l’unica: "L’Europa – osserva – sta cambiando davanti ai nostri occhi, sta evolvendosi in una direzione straordinariamente positiva". E ricorda le "manifestazioni di unità nelle sfide di questi ultimi due anni", dalla "campagna di vaccinazione con acquisti comuni", alla "lotta al cambiamento climatico, un passo straordinario all’avanguardia nel mondo". Rivendica: "L’Europa non era mai stata così unita". In cima alla graduatoria del momento ci sono il sostegno "all’Ucraina in guerra" e "la risposta sulla crisi energetica" (scoppiata con effetti devastanti e inizialmente non calcolati). Per questo, "nonostante tutte le sfide", Draghi crede che "ci sia da essere molto ottimisti sul futuro". A una sola condizione: ricalibrare i meccanismi decisionali: "L’Unione europea è chiamata a rispondere a gravi crisi. Con l’aumento dei membri, le regole non possono più essere le stesse".

La sfida del futuro resta la condivisione dei debiti nazionali. Ci vorrà "ancora tanto ma tanto tempo...", è realista l’ex presidente della Bce, ma ormai la strada è tracciata. Tra gestione della pandemia, Next Generation Ue e ora "il meccanismo di finanziamento comune" per risolvere l’emergenza energia, "la Ue agisce pragmaticamente". E presto "ci sarà la necessità di decisioni analoghe in altri settori, la Difesa per esempio". Draghi lascia a Giorgia Meloni anche "un’agenda sociale" concreta e virtuosa: "Abbiamo speso oltre 60 miliardi per aiutare famiglie e imprese ma abbiamo sempre mantenuto invariati gli obiettivi di finanza pubblica, grazie a una crescita economica e a un tasso di inflazione superiori alle attese". Lasciare gli appunti è il minimo e Draghi lo fa: "Non do consigli al nuovo governo, quello che un governo uscente può fare è offrire la testimonianza di ciò che ha fatto" per una "transizione il più serena e informata possibile".