Giovedì 25 Aprile 2024

Oltre mille italiani in rianimazione L’indice di contagiosità ora fa paura

Nell’ultima settimana per oltre 23mila casi non è stato possibile rintracciare la catena di trasmissione del virus

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di Alessandro Farruggia

Ennesimo record. L’epidemia accelera. Con 182mila tamponi totali, i nuovi contagi crescono di 19.143, +3.064 rispetto a giovedì, mentre il giorno prima erano saliti di ‘soli’ 880. Il tasso di crescita dei morti scende da +136 a +91 e così quello le terapie intensive che dai +66 di 24 ore prima passano a +57 (sfondando quota mille, fino a 1.049). Ma i ricoverati con sintomi dai +637 di giovedì salgono a +855 e sono ormai 10.549, mentre le persone in isolamento domiciliare aumentano di 15.788, e diventano 174mila. Il rapporto tra nuovi positivi e tamponi totali sale dal 9,4% al 10,5%, ma quello più significativo è il rapporto tra nuovi positivi e tamponi ai cittadini mai testati: la media nazionale balza dal 15,3% al 16,7%. Sempre tragicamente prima la Val D’Aosta, al 55,7%, poi ancora la Liguria che dal 31,4% va al 35,6%. Il Veneto è al 25,7%. L’Umbria balza dal 18,4% al 23,3%, la Lombardia sale dal 19,2% al 22,2%, il Piemonte dal 18,9% al 20,9%, le Marche dal 18,8% al 20,4%, la Toscana dal 15,3% al 17,3%. In calo invece l’Emilia-Romagna, dal 13,6% al 12,2%.

Cosa significhino i dati di questi giorni lo spiega con nettezza il report settimanale 12-18 ottobre di IssMinistero della Salute: "La situazione è complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale, se l’andamento epidemiologico mantiene il ritmo attuale, esiste una probabilità elevata che numerose Regioni e Province autonome raggiungano soglie critiche di occupazione in brevissimo tempo". "L’epidemia – osserva il rapporto – è in rapido peggioramento. Sono necessarie misure, con precedenza per le aree maggiormente colpite, che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui servizi sanitari, comprese restrizioni nelle attività non essenziali e restrizioni della mobilità". Nel contempo si lancia un appello alla popolazione: "È fondamentale che rimanga a casa quando possibile e riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie".

Anche nelle scuole la situazione non è più tranquilla. "Aumenta gradualmente il numero dei focolai che si rilevano a livello scolastico (il 3,5% del totale, un dato "ancora limitato" secondo Iss, ndr) e soprattutto vanno poste sotto attenzione le attività extrascolastiche" ha avvertito ieri il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza (in foto). Anche i dati che sembrano positivi – come il minor numero di nuovi focolai – non si rivelano tali. Sono 7.625 i focolai attivi, di cui 1.286 nuovi. "Per la prima volta in 11 settimane – sottolinea l’Iss – è in diminuzione il numero di nuovi focolai. Ma questa diminuzione è probabilmente dovuta al forte aumento di casi per cui i servizi territoriali non hanno potuto individuare un link epidemiologico". E infatti ben 23mila casi non sono associati a catene di trasmissione note. La diga del tracciamento – dove in estate sono state investite troppe poche risorse – ha ceduto. E questo è il risultato.