Giovedì 18 Aprile 2024

Oltre la violenza Dalla tv si può anche imparare

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Massimo

Donelli

Una maestra di quinta elementare scopre che gli alunni simulano in cortile il finale sanguinoso di Squid Game (‘Gioco del calamaro’), serie coreana visibile su Netflix in cui adulti indebitati si contendono un ricco montepremi a un-due-tre stella (o simili giochi d’infanzia) e chi perde viene giustiziato. Spaventata, indignata, preoccupata, che cosa pensa di fare la maestra? Anziché convocare i genitori e dire loro che dovrebbero occuparsi dei figli, scrive, via Facebook, a uno psicoterapeuta. Che pubblica, argomenta, spiega. E così, tra una emoticon e l’altra, è subito dibattito.

Naturalmente c’è chi se la prende con la tv: "Fa male ai bambini". Vero? Dipende. Non dalla tv. Ma dai genitori. Che usano il televisore come babysitter e non fanno neppure la fatica di attivare il parental control, un Pin come quello del bancomat che serve da lucchetto per i programmi inadatti ai minori. Macché! Né si prendono la briga, padri e madri, di scandagliare l’offerta di canali e contenuti, gratuiti e a pagamento, per selezionare quelli più appropriati. E dire che ne troverebbero una marea! Dove? Su Boing, Boomerang, Cartoon Network, Disney+. Basta cercarli. Vederli assieme ai figli. E lasciare da parte, per un’oretta, il maledetto smartphone, l’egoismo, il quieto vivere. Scoprirebbero, così, i genitori, che dalla tv i bambini possono imparare. Le lingue. La storia. Il buonsenso. E imparerebbero non poco anche loro, gli adulti. Anzitutto, per esempio, a essere un bravo papà e una brava mamma...