Scostamento di bilancio ok. Via libera (parziale) ai licenziamenti

Altri 32 miliardi in deficit per finanziare le misure anti-Covid: il Parlamento approva all’unanimità. Nel nuovo decreto Ristori altre 26 settimane di cassa integrazione, aiuti a imprese e partite Iva

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Il Parlamento dà il via libera bipartisan, e di fatto unanime, al nuovo scostamento di bilancio da 32 miliardi di euro. E, a stretto giro, i ministri Roberto Gualtieri e Nunzia Catalfo mettono in fila le misure-chiave del nuovo decreto Ristori (il quinto) che, però, arriverà non prima di fine mese. Tra queste spiccano: altre 26 settimane di cassa integrazione extra, la proroga – ma selettiva – del blocco dei licenziamenti in scadenza a fine marzo e un piano da circa 12 miliardi di euro di indennizzi e cancellazioni delle tasse sospese per le imprese e le partite Iva più colpite dalle chiusure e dai blocchi di attività sulla base di un criterio nuovo che tenga conto delle perdite di fatturato (almeno del 33%) avvenute nel corso dell’intero 2020.

In primo piano, il fronte del mercato del lavoro con la nuova dote di cassa Covid. "Ci stiamo lavorando", conferma il ministro del Lavoro, spiegando che la proroga dovrebbe interessare la cassa Covid ordinaria e in deroga, abbinata allo sgravio contributivo al 100% alternativo all’utilizzo della cassa per chi riporta i lavoratori in azienda. Il governo punta a mettere in campo tutte le difese possibili (anche un nuovo intervento sulla Naspi) contro il rischio di uno tsunami del mercato del lavoro quando, da fine di marzo, finirà il blocco dei licenziamenti.

Il divieto per legge di licenziare potrebbe rimanere però "per i settori maggiormente in crisi", secondo il viceministro all’Economia, Antonio Misiani. E il numero uno di via XX Settembre conferma, in Parlamento, che è in corso una valutazione sull’opportunità di prolungare "ulteriormente il blocco dei licenziamenti" per le attività più colpite e "tornare alla normalità su settori meno impattati". Il tema, ammette Gualtieri, è "delicato" e una decisione arriverà solo dopo il confronto con le parti sociali: imprese e sindacati attendono una convocazione ad hoc che potrebbe avvenire già a inizio della prossima settimana ma che risente del contesto politico in via di ridefinizione dopo lo strappo di Renzi. Il secondo fronte dell’emergenza riguarda imprese e professionisti. Ma anche la ripresa dell’invio delle cartelle esattoriali a tutti i contribuenti: un versante sul quale si sta preparando un pacchetto – circa 2 miliardi – che dovrebbe contenere l’invio delle cartelle spalmato su due anni e una nuova edizione della rottamazione, la quater, con rateizzazione lunga per non pesare su chi è stato più colpito dal Covid.

Il capitolo più corposo sarà però quello dei ristori veri e propri, 7-8 miliardi cui si aggiungeranno i quasi 5 miliardi già appostati per eliminare in parte o in toto le tasse sospese. Bisognerà continuare a dare ristoro alle attività ferme per ordinanza anti-Covid, con un tesoretto da mettere a disposizione "ogni volta che faremo delle chiusure", dice il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli. Si dovrà studiare come superare i codici Ateco ma introducendo "soglie adeguate" per l’accesso ai nuovi ristori, in cui saranno inclusi "anche i professionisti".

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