Giovedì 25 Aprile 2024

Offese sessiste La medaglia più bella? Una Rete senza odio

Nuoto sincronizzato, la campionessa e gli haters "Denunciate, solo così li fermeremo". Dodici identificati

di Viviana

Ponchia

Non un’altra medaglia ma un mondo senza hater. È il sogno di Linda Cerruti, campionessa di nuoto sincronizzato che la scorsa estate fu presa di mira dalle solite canaglie da tastiera (leoni è troppo lusinghiero) per una bellissima foto in spaccata a testa in giù. La sua specialità, non l’exploit di un’esibizionista. Gambe a compasso con appesi sopra i suoi trofei. Mezza nuda, certo, perché questo è il senso del costume di scena. In qualche modo sexy se negli occhi c’è malizia, altrimenti estetica pura. E provateci voi a sfidare l’autostima e la gravità, a vincere come lei. Staccatevi dal computer e dalla frustrazione e andate a massacrarvi di allenamenti. Ora 12 odiatori evidentemente pigri sono stati denunciati per frasi "diffamatorie e sessiste" a mezzo internet, tutti uomini fra i trenta e la pensione. E gli sta bene.

L’atleta ad agosto si era rivolta alla polizia postale di Savona e l’esito dell’operazione dimostra due cose: nessuno può contare sull’anonimato quando si mette davanti a uno schermo e forse sì, un mondo senza hater è possibile nel momento in cui anche il più fesso capisce che tanto prima o poi lo prendono. Conviene riportare i commenti per stabilire la pochezza del burino e il perimetro della vergogna: "Belle le medaglie, ma anche lo spazio fra la quarta e la quinta non è male"; "la medaglia che più conta è quella che ha fra le gambe"; "la posa ideale per ricevere anche la medaglia del fidanzato". Mamma che noia, pure per loro. Troppo piccoli per un salto di fantasia o un crimine in grande stile, così ingenui da non capire che dai e dai suonano alla porta, ed è la polizia.

L’ex campione dei pesi massimi Mike Tyson ha dato sulla questione un parere competente: i social hanno reso le persone troppo a loro agio nel mancare di rispetto agli altri senza essere prese a pugni in faccia per questo. Un uppercut è troppo per Linda, lei è contenta così. Sotto attacco scriveva: "Dopo più di 20 anni di sacrifici trovo vergognoso e mi fa davvero male al cuore vedere questa gente fare battute che sessualizzano il mio corpo. Un sedere e due gambe sono davvero quello che resta, l’argomento principale di cui parlare?". Scrive oggi: "È giusto lanciare il messaggio che tutto questo è denunciabile e non deve passare inosservato. Bisogna andare verso un mondo dove certe cose non succedono nemmeno dietro a una tastiera". Il bestiario dell’odiatore comprende il professionista che insulta in maniera martellante l’oggetto della propria antipatia e l’occasionale smascherato dalla superficialità dell’approccio. L’obiettivo è godere di visibilità riflessa è trascinare verso il basso in base "all’effetto Sansone": se non posso salire io, facciano il favore di scendere loro.