Venerdì 19 Aprile 2024

Le offerte in chiesa? Si fanno col bancomat

Svolta nella diocesi di Chioggia: dall'accensione di candele votive alla richiesta di messe per i cari defunti, l'obolo si può pagare attraverso il Pos. L'iniziativa apripista in cattedrale e in due parrocchie. Proteste sui social

Bancomat

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Chioggia (Venezia), 10 settembre - Un record brucia l’altro, da don Laurea a don Bancomat il passo è breve: il tempo di varcare la soglia della chiesa e pagare la propria offerta col Pos disponibile nella cappella laterale. Succede a San Giacomo, parrocchia nel centro storico di Chioggia. Fino ad oggi il parroco, don Vincenzo Tosello, 68 anni, era noto per un primato invidiabile, nel clero e non solo, quello di poter vantare la bellezza di sette allori. Niente in confronto al fatto di essere il primo prete in Italia ad aprire alla carità digitale, in aggiunta (non in sostituzione) alla classica cassetta delle offerte. Dalla semplice accensione di una candela votiva al sostegno (ci si augura ben più cospicuo) delle attività per i bisognosi, passando per la richiesta di una messa in memoria di un proprio caro defunto, ogni euro donato passa anche dal bancomat. Come se si fosse in un qualsiasi negozio.

Il miracolo hi-tech per chi si trova senza spiccioli in tasca nella casa del Signore ha le sembianze di un apparecchio Pos dotato di un menù digitale che consente al fedele di versare il proprio obolo in maniera semplice e trasparente. Si va da un euro per una candela a Sant’Antonio, ai dieci per una celebrazione eucaristica on demand. Va da sé che il tariffario, deciso a livello nazionale dalla Conferenza episcopale italiana, è meramente indicativo. Si può, cioè, versare di più o di meno e anche le carte di credito son ben accette. L’emissione di regolare ricevuta è garantita in ogni modo, così da permettere, nei casi sanciti dalla legge, di poter scaricare l’offerta dalla dichiarazione dei redditi. L’importo pagato finisce sul conto corrente della parrocchia, mentre la commissione bancaria è detratta dall’offerta. "Non ci sono finalità commerciali di alcun tipo, l’obiettivo – sottolinea don Tosello – è di dare anche a chi non ha contanti la possibilità di fare la sua offerta: la gente circola sempre meno con banconote e monete, è un’idea anticipatrice che al momento non ha un gran riscontro". Mentre in Svezia l’obolo digitale è una realtà ormai assodata già da qualche anno, come ogni novità quella lanciata dalla diocesi di Chioggia (il servizio è attivo anche in cattedrale e nella parrocchia di san Martino) evidentemente necessita ancora di un periodo di assimilazione in una Chiesa italiana che solo di recente ha iniziato a scoprire i prodigi del mondo virtuale. Un segno dei tempi che, nella diocesi di Livorno si è tradotto nella possibilità di prenotare online il sacramento della confessione e che, qualche giorno fa, a Canicattì, nell’Agrigentino, ha visto per la prima volta una messa domenicale trasmessa via Facebook per la felicità di chi (malati e non, pochi o tanti che siano) non è nelle condizioni di sedersi fisicamente sui banchi della chiesa.    Cert è che le resistenze alle offerte via bancomat non mancano. Sui social, durante i mesi di sperimentazione, hanno assunto anche toni piuttosto pesanti. C’è chi si è lamentato a suon di rima ("Entri per pregare, ti trovi il bancomat da pagare") e chi ha evocato il tonante «fuori i mercanti dal tempio» di cristiana memoria. Resta da chiedersi che cosa avrebbe detto il diretto interessato. Magari, non avendo monetine, anche il Nazareno avrebbe aiutato il prossimo con Mastercard. Chissà.