Occupazioni e minacce Nei guai dodici attivisti

Bologna, tra le azioni contestate l’esposizione del fantoccio della premier a testa in giù

di Nicoletta Tempera

I nodi di un autunno di contestazione stanno arrivando al pettine. Ieri mattina la Digos di Bologna ha eseguito dodici misure cautelari a carico di attivisti dei collettivi Cua e Cybilla: due divieti di dimora per i due studenti considerati alla testa dei movimenti, dieci obblighi di firma per gli altri, mentre un’altra studentessa è indagata a piede libero. Tutti sono accusati di aver partecipato, attivamente, prima all’occupazione dello studentato privato Beyoo di via Serlio (dal 19 al 23 ottobre scorso) e poi alla manifestazione ‘Parade per una vita bella vol. 2’, del 10 novembre, durante la quale era stato appeso a testa in giù un manichino con le fattezze della premier Giorgia Meloni ed era stata deturpata, con un fiume di vernice rosa, la facciata del Monte di Pietà in via Indipendenza, sede del supermercato Sapori e Dintorni Conad.

Tutti fatti "preventivamente studiati", come scrive nell’ordinanza il gip Claudio Paris che ha firmato il provvedimento, da fronteggiare "per evitarne non solo la ripetizione, ma addirittura una pericolosissima escalation verso forme di più violenta aggressione a beni e valori". Tredici gli indagati dell’inchiesta coordinata dal procuratore capo Giuseppe Amato e dal sostituto procuratore Antonello Gustapane: devono rispondere, a vario titolo, di di vilipendio, minaccia aggravata, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato, violenza privata aggravata, invasione di terreni ed edifici, travisamento, accensione di fumogeni e anche istigazione a delinquere. Quest’ultimo reato, contestato soltanto a un ventiquattrenne, Federico Antibo, considerato dagli investigatori della Digos, assieme alla ‘collega’ Isabella Gigliotti, tra i capi del ‘doppio’ collettivo studentesco. Che, in questi mesi, si è distinto anche per altre iniziative, tra cui l’occupazione di un palazzo storico in via Oberdan (sgomberato a novembre, su cui è aperta un’altra inchiesta) e azioni violente, tra cui l’aggressione al dirigente della Digos Antonio Marotta e a due agenti durante un corteo a dicembre.

Ieri mattina, nel corso dell’operazione, la polizia ha posto sotto sequestro gli spazi utilizzati da Cua e Cybilla per organizzare le proprie azioni: ossia un’aula al piano terra della facoltà di Lettere, in via Zamboni 38, e lo spazio occupato Split, sempre in zona universitaria. Sono state inoltre perquisite le abitazioni degli indagati, a cui sono stati sequestrati telefoni, pc, amplificatori, vernici e altro materiale utilizzato nei cortei.

Ovviamente, la risposta del mondo antagonista (con la solidarietà degli anarchici) non si è fatta attendere e già oggi pomeriggio, in piazza Verdi, è stato organizzato un corteo a cui hanno aderito tutte le realtà affini cittadine. Che si prevede movimentato. Questo, mentre l’Alma Mate-Università di Bologna ha annunciato che verificherà se ci sono gli estremi anche per provvedimenti disciplinari a carico degli esponenti di Cua e Cybilla colpiti dalle misure cautelari ieri. Due di loro soltanto, infatti, non sono studenti. "Siamo stati informati delle azioni che ha fatto la Questura – commenta il rettore Giovanni Molari –. Stiamo seguendo i fatti e offriamo come sempre massima collaborazione alle forze dell’ordine".