Giovedì 25 Aprile 2024

Politici spiati, condannati fratelli Occhionero

Cinque anni a Giulio, quattro alla sorella Francesca Maria per accesso abusivo a sistemi informatici

Giulio e Maria Francesca Occhionero (Ansa)

Giulio e Maria Francesca Occhionero (Ansa)

Roma, 17 luglio 2018 - Sono stati condannati i fratelli Occhionero, arrestati il 9 gennaio 2017 per una presunta attività di cyperspionaggio. Il giudice monocratico del tribunale di Roma Antonella Bencivinni ha condannato l'ingegnere nucleare Giulio Occhionero a 5 anni di reclusione e la sorella Francesca Maria a 4 anni per "accesso abusivo a sistema informatico" ai danni di politici e istituzioni. La sentenza è arrivata dopo un'ora scarsa di camera di consiglio. La Procura aveva chiesto pene più dure: 9 anni per Giulio e 7 per Francesca Maria. I due fratelli, presenti in aula, non hanno commentato la sentenza. Si è invece sfogata la madre che alla lettura della sentenza in aula ha urlato "non è giusto, non è giusto".

Giulio Occhionero è stato inoltre dichiarato interdetto in perpetuo da pubblici uffici e in stato di interdizione legale, perdendo così la capacità di agire per quanto attiene agli atti di natura patrimoniale. Cinque anni invece di interdizione ai pubblici uffici alla sorella Francesca Maria. L'accusa ha stabilito di riservare un trattamento più severo a Giulio "per aver concepito e ipotizzato l'intero sistema illecito, per averlo realizzato e mantenuto nel tempo". Decisa dal tribunale di Roma anche una provvisionale immediatamente esecutiva in favore delle parti civili costituite: 5.000 euro all'Enav spa, 2.000 euro al Ministero dell'Interno, 8.000 al Ministero degli Affari Esteri, 25.000 euro al Ministero dell'Economia e delle Finanze e 495,32 euro alla Regione Lazio.

LA VICENDA - Il pm Eugenio Albamonte che ha coordinato le indagini e seguito sin dall'inizio la vicenda aveva spiegato, in sede di requisitoria, che era stata posta in essere "una massiva attività di spionaggio che ha puntato a carpire dati sensibili di istituzioni, partiti politici e industrie". Un sistema "pianificato e alimentato dal 2001" per un totale di 3 milioni e mezzo di mail rubate e 6 mila persone spiate al fine di "carpire dati sensibili". I due fratelli avevano creato negli anni "una vera e propria rete telematica che puntava ad infettare circa 18 mila pc", aveva precisato il pm. L'accusa aveva parlato di 1.935 i computer di cui l'ingegner Giulio Occhionero aveva anche le password e di cui aveva il pieno controllo. Tra i pc presi di mira anche quelli della Camera, del Senato, del Ministero degli Esteri e della Giustizia, del Partito Democratico, di Finmeccanica e di Bankitalia. Per i pm, i due avrebbero anche tentato di accedere alle mail dell'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, del presidente della Bce Mario Draghi e dell'ex premier Mario Monti. Tutto grazie all'utilizzo di un virus, di nome 'Eyepyramid' che veniva inserito nei computer attraverso una mail e che permetteva di immagazzinare su alcuni server negli Stati Uniti i dati, le password e i messaggi raccolti. Non è mai stato completamente chiarito il motivo dell'hackeraggio: è stato ipotizzato che volessero fornire informazioni su appalti, o investire in borsa, o immagazzinare dati sensibili per poi essere riutilizzati in un secondo momento.