Martedì 13 Maggio 2025
MASSIMO SELLERI
Cronaca

Chi sarà il successore di Papa Francesco: due italiani tra i favoriti

Dopo la morte del Santo Padre i cardinali si riuniranno in Conclave per eleggere il nuovo Pontefice secondo una ritualità e regole ben precise

Chi sarà il successore di Papa Francesco: due italiani tra i favoriti

​​​Città del Vaticano, 21 aprile 2025 – Il decano del Collegio Cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re, ha invitato tutti i cardinali ad essere presenti domani nell’Aula nuova del Sinodo in Vaticano dove dalle 9 si terrà la prima riunione delle Congregazioni Generali preparatorie in vista del Conclave. Il tema che i porporati dovranno affrontare è se e come domani mattina la salma di Papa Francesco dovrà essere traslata nella basilica vaticana.

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I cardinali si riuniranno nella Cappella Sistina prima dell'"extra omnes" per dare via al Conclave, senza contatti con l'esterno, che dovrà nominare il nuovo Pontefice

È questo il primo passo per arrivare all’elezione del nuovo pontefice. Il canone numero 349 del Codice di Diritto Canonico stabilisce che i cardinali che non hanno ancora compiuto l’80simo anno di età costituiscono un collegio peculiare a cui spetta designare, attraverso una votazione a scrutinio segreto, il vescovo di Roma. La riforma voluta da Papa Benedetto XVI dice che “dal momento in cui la Sede Apostolica sia legittimamente vacante, si attendano per quindici giorni interi gli assenti prima di iniziare il Conclave; lascio peraltro al Collegio dei Cardinali la facoltà di anticipare l’inizio del Conclave se consta della presenza di tutti i Cardinali elettori”.

Celebrate le esequie del defunto pontefice gli elettori devono ritrovarsi nella Basilica di San Pietro in Vaticano per prendere parte a una solenne celebrazione chiamata ’messa votiva pro eligendo papa’. Questa funzione deve tenersi al mattino, così che nel pomeriggio possa svolgersi la processione che precede la costituzione del conclave e che ha come punto d’arrivo la Cappella Sistina. Qui, al termine del cammino, i cardinali emettono singolarmente il solenne giuramento in cui si impegnano a mantenere il segreto su quanto accadrà da lì in poi. Una volta che l’ultimo cardinale ha giurato viene pronunciata la formula “extra omnes” e tutti coloro che non sono elettori lasciano la Cappella Sistina.

Attualmente i cardinali elettori sono 135 e tra questi solo 23 non sono stati nominati da Papa Francesco e la loro età media è di circa 70 anni. Per essere eletto pontefice il cardinale deve ottenere un numero di voti superiore ai 2/3 degli aventi diritto e se nessuno raggiunge questa soglia, dalla 33esima votazione la scelta viene ristretta al ballottaggio tra i due nomi che hanno ottenuto più preferenze all’ultimo spoglio. I due porporati che vanno al ballottaggio non partecipano al voto e per essere eletti devono comunque ottenere la maggioranza qualificata dei due terzi. Si vota due volte al mattino e due volte al pomeriggio, salvo il primo giorno che vi è un solo scrutinio, e ogni sette votazioni senza esito positivo, il conclave si ferma almeno per una mezza giornata.

L’ultimo messaggio di Papa Francesco, letto durante la benedizione Urbi et Orbi della domenica di Pasqua, aveva come tema centrale la pace. Una sorta di testamento che stando alle prime impressioni i cardinali intendono osservare, facendo diventare automatiche alcune candidature alla successione di Bergoglio.

La prima è quella del cardinale Matteo Zuppi che per conto della Santa Sede ha condotto una missione di pace nella speranza di mettere fine all’invasione russa in Ucraina. Al secondo posto si trova il patriarca di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, che in Medio Oriente si sta distinguendo per il suo equilibrio per il suo dialogo continuo con Ebrei e Arabi, cercando di fornire un aiuto concreto anche ai palestinesi della striscia di Gaza. Un gradino sotto si trova Luis Antonio Gokim Tagle, pro-prefetto del dicastero dell’evangelizzazione, che è stato creato cardinale da papa Benedetto XVI ed è stato parecchio apprezzato anche da papa Francesco. La aree francofone potrebbero orientarsi verso l’arcivescovo di Marsiglia, l’algerino Jean-Marc Noël Aveline. Per le sue capacità diplomatiche sviluppate come segretario di stato, un’altra candidatura su cui potrebbe esserci una certa convergenza è quella del segretario di stato Pietro Parolin.

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