Nuovo Dpcm oggi: scuole, palestre, centri commerciali, parrucchieri. Cosa cambia

In arrivo il nuovo Dpcm, stop anche a nidi e materne. Scontro tra ministri sull’apertura dei centri commerciali dove c’è il lockdown

Agostino Miozzo

Agostino Miozzo

Il nuovo Dpcm è sostanzialmente confermato secondo le anticipazioni, resta aperta prima della firma del presidente del consiglio Draghi, attesa per oggi, solo la questione scuola. E una cosa è certa, "tutte le scuole, di ogni ordine e grado, saranno chiuse nelle zone rosse". Lo ha detto il coordinatore del Cts Agostino Miozzo lasciando ieri pomeriggio il vertice tenutosi a Palazzo Chigi. La linea del governo è quella di recepire le indicazioni del Cts, ma c’è il nodo del prevedere la Dad anche nelle zone dove l’incidenza cumulativa a 7 giorni sia superiore a 250 casi ogni 100mila abitanti e quelle nelle quali siano prese misure di isolamento per la circolazione di varianti: sostanzialmente le zone arancioni scure.

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Su questo nel governo ci sono due opinioni che si sono confrontate apertamente. In molti nell’esecutivo e anche nelle Regioni vorrebbero una linea chiara e rigorista, e hanno sottolineato che nelle zone arancioni scuro se si chiudono le scuole, allora andrebbero chiusi i centri commerciali e i negozi. Il ministero della Pubblica istruzione Bianchi, quella della Salute Speranza, il Pd Franceschini, il pentastellato Patuanelli e la renziana Elena Bonetti vorrebbero un meccanismo automatico che in caso di chiusura delle scuole in zona arancione scuro preveda anche la chiusura di altri spazi di aggregazione, ad esempio i centri commerciali. "No a chiusure asimmetriche, che non sarebbero efficaci perché i ragazzi si sposterebbero dalla scuola al centro commerciale, o alle zone della movida" ha detto un ministro. Di contro si sono schierati la forzista Maria Stella Gelmini e il leghista Giancarlo Giorgetti che invece, vorrebbero che eventuali misure restrittive fossero circoscritte al mondo della scuola, lasciando aperti gli esercizi e le attività commerciali e non apportando modifiche alla bozza di Dpcm sul tavolo. Oggi alle 9,30 ci sarà un altra riunione del tavolo governo-Cts, poi ci sarà un videoincontro con le Regioni e infine toccherà a Draghi decidere, per poi firmare in giornata il Dpcm.

Che i dati sui giovani siano preoccupanti lo certifica il focus sull’età evolutiva prodotto dall’Iss e presentato lo scorso venerdì al Cts. L’incidenza di gennaio-febbraio, si legge nel documento, è stata per gli under 20 intorno ai 150 casi per 100mila abitanti, un dato comunque molto più basso rispetto ai 300 toccati lo scorso novembre. Per tutta la durata della pandemia però il valore è sempre rimasto più basso di quella dei più vecchi, fino appunto a metà gennaio, e ora le due curve salgono allo stesso modo ma con quella degli under 20 che è sopra l’altra. Il valore più alto di incidenza è registrato fra i 14-19 anni, poco meno di 200 casi ogni 100mila abitanti. È leggermente più bassa tra 11 e 13 e tra 6 e 10, mentre tra 3 e 5 è circa 120 e tra 0 e 3 è circa 100. Si è registrato anche un aumento di ricoveri in terapia intensiva tra i giovani che ha fatto scendere la media nazionale a 44 anni.

E anche i dati di ieri dell’epidemia non confortano. I nuovi contagi per Covid in Italia sono stati 13.114 a fronte di 170.633 test tra molecolari e antigenici. Il tasso di positività è salito al 7,6% dal 6,7% di domenica, quando i contagi erano stati 17.455 per 257.024 tamponi. I morti sono saliti a 246 contro i 192 morti del giorno prima. Facendo il rapporto fra i casi positivi e i soli tamponi molecolari il tasso di positività è però del 12,7%, il 19% in più in 24 ore. Preoccupa anche il fatto che la pressione sugli ospedali è in crescita. Aumentano infatti i ricoveri in terapia intensiva: +58 su scala nazionale, così come quelli in reparti non intensivi, +474.

La bozza del Dpcm sostanzialmente proroga le restrizioni fino al 6 aprile. Confermata la chiusura dei confini regionali (formalmente fino al 27 marzo, ma un decreto legge la prolungherà poi fino al 6 aprile), dei ristoranti e dei bar dopo le 18, il coprifuoco dalle 22, la chiusura dei centri commerciali nel weekend, la non riaperture delle aree sciistiche (la cui stagione non è mai iniziata), di palestre, piscine e sale giochi mentre prevede – in zona gialla o bianca – la riapertura di teatri e cinema (con misure di distanziamento rigorose) dal 27 marzo, e dei musei nel weekend. Il Dpcm prevede anche alcune strette rispetto al Dpcm in scadenza. Della scuola si è detto, ma nelle zone rosse verranno chiusi anche parrucchieri, barbieri ed estetisti.

"Penso – ha detto ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza – che le prossime settimane non siano facili per la gestione dell’emergenza Covid. La politica e le istituzioni hanno l’obbligo di dire sempre la verità, anche quando può non portare consenso, e la verità è che l’epidemia è ancora molto forte e presente sui nostri territori, la curva del contagio sta risalendo ancora in maniera significativa. Serve il Dpcm e dovremo chiedere ancora ai cittadini, straordinari fino a oggi, di avere il massimo senso del rigore, del rispetto, dell’attenzione delle norme".