Venerdì 19 Aprile 2024

Nuovo Dpcm, mascherina a spasso e jogging libero. Stop calcetto e basket tra amici

Salve le società dilettantistiche. Scure su stadi e palazzetti: solo 500 spettatori all’aperto e 100 al chiuso. Sì a tennis e palestre

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La passeggiata e il footing. Stesso luogo – il parco vicino casa magari – e due diverse indicazioni. Nel caso in cui si decida di fare una camminata da soli o con un amico per semplice relax, quel tipo di attività motoria rientrerà nell’"obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie", così come si legge nella proposta del ministro della Salute, Roberto Speranza, per il prossimo Dpcm e al termine del vertice urgente con il Comitato Tecnico Scientifico.

Se, invece, si decide di fare jogging o qualsiasi altra attività sportiva in quel parco – che non sia di contatto, come vedremo – non ci sarà obbligo di mascherina. Lo stesso vale per la bici. Se la si utilizza per fare sport niente mascherina. Se, invece, la tiriamo fuori dal garage per una passeggiata in centro o per fare la spesa, la protezione naso-bocca è obbligatoria. Tutto chiaro? Sì, anche grazie alla levata di scudi di Matteo Renzi che s’è scagliato sull’equivoco della mascherina per fare sport amatoriale – "un’assurdità" – spingendo il governo al chiarimento: "Ringrazio i ministri Speranza e Lamorgese per l’immediato intervento e l’opportuna precisazione: si può correre senza mascherina. Il contrario sarebbe stato folle", ha commentato il leader di Italia Viva.

Dunque, il ministero della Salute disegna una sottile linea rossa che delinea la differenza tra attività motorio-ricreativa e il cimento sportivo amatoriale. Poi, nelle tre pagine di proposta al governo, c’è la mazzata che molti temevano alla luce dell’impennata della curva di contagio: la chiusura a doppia mandata della ‘triade’ degli sport più praticati a livello amatoriale, calcio, calcetto e calciotto, in ossequio al "divieto assoluto di sport da contatto". Si ferma il pallone tra amici dunque. E non solo: stop anche a basket, arti marziali, pugilato, volley mentre il tennis è consentito, così come il padel. Sarebbero invece salve, per ora, le palestre e le strutture similari. Speranza, seguendo l’impennata dei contagi, dimezza gli spettatori consentiti da 1.000 a 500 per gli impianti all’aperto (anche se si prova a trattare differenziando gli accessi in base campienza effettiva dei singoli stadi) e da 200 a 100 nelle strutture indoor.

Lo stop agli amatori del pallone – attenzione: non si parla dello sport dilettantistico che nel caso del calcio è disciplinato dalla Lega Dilettanti, anche se ieri la questione è stata accarezzata da Speranza – coglie in contropiede e mette in ginocchio migliaia di gestori di circoli e centri sportivi. Soprattutto se letto in controluce con il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute, dal quale risulta che i focolai scoppiati attraverso "l’attività ricreativa" sono il 4,1%. Il 77,6% è in ambito familiare, il 2,5% la scuola. Tra l’altro, il trend è in netto calo, considerando che le precedenti rilevazioni riportavano il 4,5% e ancora prima il 6,3% per l’attività ricreativa che comprende un po’ tutto: dalla partita a burraco a quella a biliardo, fino allo sport.

E si sottolinea con forza che proprio per sua natura, un circolo nel quale si pratica sport è certamente più regolamentato e controllato, ad esempio, di una festa privata. E in effetti, basta farsi un giro per rendersi conto di come gli impianti siano certamente sensibili all’emergenza Covid. E c’è chi fa notare una contraddizione: "Dov’è la differenza – si chiede una mamma – tra mio figlio che prenota un campo di calcetto con gli amici, cosa proibita, o va ad allenarsi con la sua squadra di dilettanti?". In realtà nessuna dal punto di vista del ‘contatto’, ma per ora chiudere lo sport in toto, significherebbe minare uno dei cardini socio-economici del sistema Paese. Qui, l’obiettivo sarà limitare il fenomeno del contagio, sperando che serva.

In ogni caso i dati Istat 2017 recitano che fra gli sport più praticati in Italia ci sono ginnastica e fitness con il 25,2% dei praticanti, pari a 5,1 milioni di persone. Poi, il calcio (23%, 4,7 milioni ) e gli sport acquatici (21,1%, 4,3 milioni). Il nuoto è lo sport più diffuso tra i bambini sotto ai 10 anni (43,1%), il calcio tra gli under 35 (33,6%). Il dato generale relativo al 2018 invece, dice che i praticanti continuativi sono il 25,7% della popolazione, mentre quelli saltuari sono il 9,6%. E il calcio amatoriale? Tra gli uomini sopra ai 3 anni, 4 su 10 corrono dietro a un pallone e, a breve, dovranno smettere di farlo.