Covid: nuovi vaccini, pillole e varianti. Ma come si esce dalla pandemia?

L’ipotesi che il virus si possa indebolire. Gli infettivologi s’interrogano sulla durata dell’emergenza

Immunizzazione a tappeto, antivirali, igiene e profilassi: la ricetta è quella. "Ci siamo liberati dal vaiolo – spiega Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale (Simg) –, abbiamo eradicato quasi del tutto la polio. Dal Coronavirus facciamo fatica a saltarci fuori, lo terremo sotto tiro con gli strumenti che abbiamo". Ma la soluzione definitiva? "A un certo punto il virus smetterà di circolare". E quando? La risposta, secondo Cricelli, viene dell’epidemiologia moderna: "Ci vorrebbe una vaccinazione universale, serviranno dosi di vaccino da somministrare in tutto il mondo e tutta la gamma di misure a noi note: uso intensivo continuato delle mascherine, tracciamento, moderne terapie con inibitori delle proteasi, anticorpi monoclonali". Ma i virologi riescono a immaginare qualche altra scappatoia?

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Come si esce dalla pandemia?

"Ci vuole pazienza, ottimismo e spirito di adattamento", afferma Claudio Mastroianni, presidente Simit, la Società italiana di malattie infettive. "Difficile prevedere come e quando ne usciremo, dopo varie ondate arriverà un momento in cui l’epidemia si stabilizzerà".

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Quante volte all'anno dovremo vaccinarci?

"Anche qui, dobbiamo essere prudenti nel fare previsioni – argomenta il numero uno degli infettivologi italiani –, perché poi ti strappano una mezza promessa, vaccino una volta all’anno anziché ogni sei mesi, e magari dobbiamo ricrederci". Si sbilancia invece Cricelli: "Nessuno è in grado di sapere quante volte dovremo vaccinarci, è verosimile pensare che sarà almeno una volta all’anno. Le prime due dosi si sono rivelate incapaci di dare una immunità permanente, quindi è presumibile che per diversi anni si potranno fabbricare vaccini nuovi diversi adattati alle varianti. Con le tecnologie a mRna e proteine ricombinanti, ci aspettiamo una sempre minore diffusione del virus Sars-Cov2".

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Dopo la Omicron ceppi meno aggressivi?

Questo che le varianti si adattano e si indeboliscono è tutto da dimostrare. In realtà, spiegano i medici, ci sono due variabili in gioco, il numero di persone colpite e la percentuale di letalità. Se le nuove mutazioni mettono in pista varianti molto contagiose, si ritorna punto e daccapo.

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Quando torneremo alla normalità?

Distanziamento e protezione individuale almeno per tutto il 2022, finché ci sarà circolazione virale, e laddove le persone si ammassano. L’anno prossimo con la terza dose, e grazie all’offerta di vaccini aggiornati, potrebbe essere quello della svolta.

Su cosa puntare: vaccini o antivirali?

Per liberarci definitivamente del Covid, secondo il presidente Simg, la risposta verrà dalla vaccinazione universale che ci consentirà di affrontare questo virus senza ammalarci gravemente. Per il presidente Simit, il leader degli infettivologi, sarà una risposta omnicomprensiva, le terapie antivirali daranno un grosso contributo in termini di sanità pubblica. "Già ci sono dati – spiega il professor Mastroianni – nei soggetti che non rispondono ai vaccini, persone immunocompromesse, trapiantati, malati oncologici. Unitamente alle vaccinazioni, gli antivirali potrebbero rivelarsi utilissimi nella profilassi sia prima sia dopo un’eventuale esposizione al virus".