Nuove Brigate Rosse, minacce alla sede del Pd, a Bonaccini e a 4 sindaci emiliani

La polizia sta indagando sulle lettere, ma gli investigatori sono perplessi: nessuna attendibilità. Vedova D'Antona: "E' un segnale molto inquietante". Il figlio di Lando Conti: "Il contesto di oggi è simile a quello anni Settanta"

Una lettera "con pesanti minacce" ieri al sindaco di Ferrara (Dire)

Una lettera "con pesanti minacce" ieri al sindaco di Ferrara (Dire)

Roma, 10 novembre 2020 - Una lettera firmata "Le Nuove Brigate Rosse" è stata recapitata con la posta alla sede nazionale del Partito democratico a Roma. La missiva, che conterrebbe minacce secondo alcune fonti, è stata acquisita dalle autorità competenti che intendono indagare, rende noto l'ufficio stampa del Partito Democratico.

Lettere con la stessa firma sono state inviate anche ai sindaci di Modena, Gian Carlo Muzzarelli (Pd), Ferrara, Alan Fabbri (Lega), Rimini, Andrea Gnassi (Pd-IdV), e Ravenna, Michele De Pascale (Pd).  E in sertaa la notizia che anche il presidente dell'Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha ricevuto minacce dalle nuove br. Lo rende noto lo stesso governatore in un post su Facebook.

Secondo gli investigatori le lettere non avrebbero "alcuna attendibilità" si apprende da fonti del Dipartimento di Pubblica Sicurezza: si tratterebbe infatti di un documento totalmente infondato e che suscita molte perplessità tra gli esperti di terrorismo.

Minacce legate al Covid

C'è un 'filo comune' tra le lettere di minacce firmate 'Nuove Br' arrivate tra ieri e oggi ai sindaci di alcune città dell'Emilia Romagna e alla sede nazionale del Partito democratico (ma in realtà ne sarebbero state recapitate anche altre, di cui ancora non è stata data notizia). Gli investigatori che stanno esaminando i documenti, che contengono espliciti riferimenti alle tematiche sociali ed economiche legate all'emergenza Covid, non ritengono ci siano collegamenti con il passato. Gli analisti comunque stanno valutando "con estrema attenzione" e altrettanta "cautela" le lettere, gli indirizzi e la 'qualità' della scrittura, elemento di grande rilievo.

Le reazioni

Lorenzo Conti, figlio di Lando, l'ex sindaco di Firenze ucciso il 10 febbraio 1986 dalle Br-Pcc, ha commentato: "Tanti vecchi terroristi sono liberi oppure non sono mai stati nemmeno in galera. Un ritorno delle Brigate Rosse ci sta benissimo, anche perché il momento non è dei migliori, il contesto di oggi è simile, di crisi, a quello degli anni Settanta. Bisogna tenere alta la guardia perché molti, soprattutto nel mondo politico, hanno voluto chiudere velocemente la storia a qualsiasi prezzo, senza cercare verità, senza fare indagini come dovevano esser fatte, ad esempio nel caso di mio padre, tante scorrettezze da parte della magistratura. In Italia non è stato mai estirpato il fenomeno del terrorismo, un fenomeno reale".E aggiunge: "Fossi il sindaco non sottovaluterei questo messaggio, mi auguro che gli diano la giusta protezione e attenzione".

Sabrina Rossa, figlia di Guido, operaio e sindacalista assassinato il 24 gennaio 1979 dalle Brigate Rosse, non crede a un ritorno delle Br degli anni di Piombo: "Una recrudescenza criminale è possibile, ma che ci sia un collegamento con quelle che sono state le Brigate Rosse è escluso. Quel tipo di terrorismo è finito". 

Non la pensa così Olga D'Antona, vedova di Massimo, il giuslavorista ucciso a Roma il 20 maggio 1999 dalle Brigate Rosse: "E' un segnale molto inquietante. Col malessere sociale che c'è al momento questi sperano di trovare terreno fertile". La vedova d'Antona aggiunge: "Non so che tipo di legame ci possa essere non dico con le vecchie Brigate rosse ma nemmeno con quelle di 20 anni fa", e osserva "sarebbe interessante sapere se partono da una centrale unica o da diversi nuclei".