Nuova variante Covid indiana: cosa dicono gli esperti e i primi numeri di BA.2.75

Presenta mutazioni della proteina Spike e sembra molto contagiosa, ma i ricercatori restano prudenti: "Ci sono ancora pochi dati"

Nuova variante indiana BA.2.75

Nuova variante indiana BA.2.75

Roma, 6 luglio 2022 - Tiene banco la nuova variante indiana del Covid.  Ecco le prime impressioni degli esperti sul tema. Parola d'ordine, come sempre: cautela. Anche "In Italia la sottovariante BA.2.75 al momento non è stata rilevata", conferma oggi il genetista Massimo Zollo, coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge. Segnalata in India il 2 giugno scorso, la sottovariante cosiddetta 'indiana' è "in apparente rapida crescita", segnala in un tweet il virologo Tom Peacock, dell'Imperial College di Londra. Si sta facendo largo in altri Paesi ma "non ci sono ancora dati scientifici che ci dimostrano una maggiore contagiosità rispetto a Omicron 5", spiega Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed epidemiologia della facoltà di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma. Rilevata da poche settimane, l'ultima sottovariante 'indiana' del coronavirus è al centro degli studi dei ricercatori di mezzo mondo per comprenderne gli effetti. Finora non sono molte le risposte disponibili, anche se i primi numeri ipotizzati sulla trasmissibilità sono impressionanti. "Più contagiosa anche di Omicron 5, si rischia un R0 superiore a 20", spiega Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. Significa che una persona infetta potrebbe contagiarne 20.

CoVarScan: il test che riconosce le varianti Covid in 4 ore. Come funziona

Bollettino Covid: dati Italia del 6 luglio. "Bimbi, +78% dei ricoveri in una settimana"

Ciccozzi: "Sembra più contagiosa, ma evitiamo allarmismi"

"Noi la stiamo già studiando ma è presto per azzardare una conclusione - spiega Ciccozzi -. Visto che i dati sono scarsi, eviterei di fare confusione e generare allarmismo in una situazione già delicata. Non abbiamo un calcolo dei potenziali di membrana di questa sottovariante - aggiunge l'esperto del Campus Bio-Medico di Roma - che potrebbe essere più contagiosa ma da qui a dire che è già 5 volte più contagiosa ce ne passa. E sulla letalità non c'è proprio nessun dato. Quindi stiamo calmi, studiamo e cerchiamo di capire. Può essere una cosa importante o può essere come la  Omicron 3 che è apparsa e scomparsa". Secondo Ciccozzi "arriveranno altre sottovarianti e molte con 'escape' immunologico, il virus per sopravvivere in una popolazione vaccinata o che ha già fatto la malattia deve modificarsi. Noi dobbiamo studiare questi passaggi ed essere pronti".

Zollo: "Ci aspettiamo nuove varianti"

presto per poter dire oggi che la variante diventerà predominante: occorrono dati che oggi non abbiamo, nè possiamo immaginare - dice il genetista Zollo -. Era sicuro che nuove varianti sarebbero arrivate e che potranno arrivarne altre, non essendoci più alcuna restrizione". La comparsa continua di nuove varianti del virus SarsCoV2 dovrebbe essere, secondo l'esperto, un campanello d'allarme: "è sicuramente fondamentale continuare a utilizzare la mascherina. Il problema è pensare che il Covid non esista più".

Peacock: "È 'veloce' ma abbiamo ancora pochi dati"

Su questa nuova arrivata della famiglia  Omicron non esistono al momento pubblicazioni scientifiche, ma segnalazioni sul web fra gruppi di esperti, che rilevano soprattutto come questa nuova sottovariante sia una seconda generazione, derivata a sua volta dalla Omicron BA.2 ma diversa da questa per via di nuove mutazioni sulla proteina Spike, con la quale il virus si aggancia alle cellule umane. Proprio a causa di queste ultime, che probabilmente la rendono più trasmissibile, si è preferito distinguerla dalla BA.2. "Vale la pena tenerla d'occhio", osserva il virologo inglese Peacock, in particolare perché ha manifestato una particolare velocità di diffusione: nell'arco di un mese si è diffusa dall'India alla Germania e al Canada, fino alla Nuova Zelanda. "Probabilmente è una variante di seconda generazione, in apparente rapida crescita e con ampia diffusione geografica".Tuttavia "è presto per trarre conclusioni - ripete Peakok - considerando che le sequenze finora raccolte sono poche". 

Elling: "Ha 8 mutazioni in più sulla proteina Spike"

La nuova sottovarianye BA.2.75 rispetto alla 'sorella maggiore' Omicron 2 (BA.2) "ha 8 mutazioni aggiuntive" sulla proteina Spike, illustra Ulrich Elling, biologo molecolare dell'Institute of Molecular Biotechnology (Imba) di Vienna. Un numero ritenuto significativo dagli esperti rispetto a quanto osservato in altre sottovarianti (per esempio in BA.5 sono 3). In tutto, invece, secondo i dati che vengono diffusi in queste ore via Twitter, sarebbero 11 le mutazioni che la distinguono da Omicron 5, l'attuale variante più diffusiva

Topol: "É una variante in competizione con Omicron 5"

A riassumere il timore principale che spinge gli 'addetti ai lavori' ad alzare il livello d'attenzione su questo mutante segnalato principalmente dall'India, dove appare "in crescita rapida", è Eric Topol, scienziato americano direttore dello Scripps Research Translational Institute di La Jolla, California: le mutazioni osservate su BA.2.75 "potrebbero rendere la fuga immunitaria peggiore di quella che stiamo vedendo ora". Questa nuova sottovariante, aggiunge l'esperto via Twitter, in India appare in competizione con  Omicron 5.  La preoccupazione è che il vantaggio su BA.5 sia significativo al punto da rendere questa versione di Sars-CoV-2 sempre più contagiosa, a livelli che potrebbero essere superiori a un 'campione di trasmissibilità' come il morbillo. 

Gilestro: "Potrebbe essere l'inizio di un Covid-22"

Giorgio Gilestro, neurobiologo e docente all'Imperial College di Londra, afferma: "Se i dati su questa nuova variante BA.2.75 venissero confermati, allora potremmo anche trovarci di fronte a un Covid-22".  Elling si chiede se sia "un nuovo lignaggio di cui preoccuparsi". Il motivo? "Non mi piacciono le mutazioni osservate - scrive - Prima di aver finito con l'ondata di BA.5", Omicron 5, "potremmo già doverci preparare per la prossima". Gli occhi sono puntati in particolare sull'India anche se i casi legati a questa sottovariante sono ancora pochi, "la distribuzione internazionale" delle sequenze virali comunicate alle banche dati "esclude errori di sequenziamento e rende altamente probabile che i numeri reali siano molto più alti", rimarca ancora Elling.  "Le mutazioni" osservate in BA.2.75 "stanno anche" riguardando "il dominio N-terminale" e il "dominio di legame del recettore". Ma, tiene a puntualizzare Elling, "è davvero troppo presto" per sapere se BA.2.75 avrà la capacità di rubare la scena a  Omicron 2 e  Omicron 5.

Pistello: "Finora non sembra preoccupante anche se è molto contagiosa" 

"Dobbiamo essere vigili sulla nuova sottovariante di  Omicron 2 BA.2.75, che si sta diffondendo molto in India perché si sta facendo spazio con Omicron 5 che non è facile da scalzare - aggiunge il virologo Mauro Pistello, direttore dell'Unità di virologia dell'azienda ospedaliera universitaria di Pisa e vicepresidente della Società italiana di microbiologia - Questa nuova sottovariante ha argomenti che meritano attenzione e mutazioni che potrebbe erodere la capacità protettiva dei vaccini. Non sappiamo quando arriverà qui da noi, ma è chiaro che serve essere attenti. Per ora la patogenicità di BA.2.75 non sembra preoccupante anche se è molto contagiosa, ha molte delle caratteristiche di BA.2 e qualcosa della BA.5 ma le mutazione sembrano essere in zone meno importanti e non collegate alla possibilità di evasione dell'immunità".