Nuova stretta dello zar Scatta la legge marziale

Entra in vigore nelle regioni annesse, poi forse anche a Mosca. Esplosioni a Kiev

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Dopo la mobilitazione militare, la legge marziale. Mentre il suo esercito bombarda senza sosta l’intera Ucraina, continuando a prendere di mira le infrastrutture energetiche civili, Vladimir Putin detta una nuova escalation imponendo norme di guerra nelle quattro regioni annesse il mese scorso. Una stretta che, "se necessario", potrà essere estesa a tutta la Russia, Mosca compresa, recita il decreto annunciato dal presidente e subito approvato dal Senato. "Putin si trova in una situazione incredibilmente difficile e il suo unico strumento è brutalizzare i cittadini ucraini", ha commentato il presidente Usa Joe Biden.

Ma intanto lo zar ha ordinato anche l’istituzione di un Consiglio di guerra, che dovrà riferirgli passo passo gli sviluppi dell’offensiva. "La legge marziale era in vigore" in questi territori "prima che entrassero a far parte della Russia. Ora dobbiamo legalizzare la situazione in conformità con la legislazione russa", ha spiegato Putin al Consiglio di sicurezza riunito per preparare l’applicazione delle nuove misure. Se nelle oblasti orientali di Donetsk e Lugansk, nel Donbass, e in quelle meridionali di Kherson e Zaporizhzhia le restrizioni saranno massime e il potere nelle mani dei proconsoli dello zar ancora più ampio, in stato d’allerta sono stati posti anche otto territori frontalieri, da Krasnodar a Belgorod alla Crimea già annessa nel 2014, dove verranno introdotte restrizioni su ingressi e uscite. Il Cremlino assicura che non si tratta di una chiusura dei confini. Ma le limitazioni, dalla libertà di movimento alla proprietà privata, riguardano potenzialmente l’intera Federazione.

"L’esercito russo combatterà fino alla morte a Kherson". È la sfida lanciata nel sud dell’Ucraina, dove le autorità filo-Mosca che occupano la regione hanno avviato una mega operazione per l’evacuazione di decine di migliaia di residenti, in risposta – sostengono – a una massiccia offensiva delle forze ucraine, cui promettono strenua resistenza. Mossa che Kiev ha denunciato come un’azione di pura propaganda, anzi una "deportazione", mentre ha smentito "le false notizie" diffuse dai russi sull’imminente assalto a Kherson. Nella capitale ucraina intanto, tornata nel mirino di Putin, riecheggiano ancora esplosioni, con la contraerea entrata in funzione contro i droni kamikaze iraniani che già nei giorni scorsi si sono abbattuti sulla città. "La difesa aerea funziona nella regione. Abbiamo abbattuto oggetti nemici, compresi i droni Shahed-136 di produzione iraniana", ha scritto su Telegram Oleksiy Kuleba, il governatore della regione di Kiev.