Giovedì 18 Aprile 2024

Nuova frontiera nella lotta al Covid Ultravioletti anche in casa e ufficio

In arrivo macchinari che simulano i raggi solari al chiuso. Una sterilizzazione naturale contro il virus. L’esperto: "Gli Uv sono già impiegati anche nella purificazione delle condotte per l’acqua potabile"

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di Alessandro Malpelo

Con le vaccinazioni di massa, e l’estate che funziona da antisettico naturale, si allenta il cappio Covid-19 in Italia e ci sentiamo tutti più liberi. Resta l’incognita mutazioni, con la variante indiana ultima guastafeste, ma la bella stagione è un antidoto portentoso. "Da maggio a settembre – ha ribadito Giorgio Palù, presidente Aifa – gli ultravioletti, insieme con le temperature elevate e l’attività prevalente all’aperto, rendono meno probabile la trasmissione del virus".

Uno studio della Statale di Milano e dell’Inaf ha aggiunto un altro tassello al mosaico delle conoscenze, mostrando che i raggi del Sole disattivano il virus, a tutte le lunghezze d’onda. Sarà possibile ricreare in un ambiente chiuso queste condizioni in modo da abbattere la carica virale anche d’inverno? Gli esperti sono ottimisti: "Le temperature elevate e gli ultravioletti creano una sterilizzazione naturale all’aria aperta – spiega Alessandro Miani, presidente della Società italiana di medicina ambientale (Sima) –. Tutti i virus tendono a disattivarsi con il calore. Gli ultravioletti inoltre hanno un’azione battericida in funzione della quantità di raggi e dal tempo di esposizione. Sono impiegati anche nella sterilizzazione delle condotte idriche, per purificare l’acqua potabile. Varie applicazioni sfruttano queste proprietà".

Gli ultravioletti sono già ampiamente sfruttati industrialmente, aggiungiamo noi. Estetiste e parrucchieri li impiegano per mantenere l’igiene nel cassetto degli strumenti. All’interno dei climatizzatori più sofisticati sono installate lampade UVC per trattare l’aria circolante. Ricerche recenti mostrano che anche le lampade solari certificate possono contribuire ad abbattere la carica virale dispersa nell’aria confinata, nei locali frequentati da più persone. "Lo studio sugli ultravioletti – ha dichiarato Mario Clerici, direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi di Milano – era partito l’anno scorso, quando avevamo visto che i raggi Uvc (la componente radiante che non arriva sulla Terra) uccidevano il Sars-Cov-2 dopo esposizione di pochi secondi. Adesso abbiamo constatato che anche gli Uva e Uvb, i raggi che ci abbronzano e riscaldano, in pochi secondi uccidono il Sars-Cov-2".

L’emergenza Covid ha riportato l’attenzione sulla qualità dell’aria. "Dobbiamo stare attenti all’incremento di anidride carbonica prodotta dalla respirazione, quando più persone condividono spazi chiusi", spiega il professor Miani. "Il potere contaminante dei microrganismi cresce in funzione del tasso di CO2 – continua il medico – oggi tuttavia disponiamo di sensori che monitorano la concentrazione di anidride carbonica, temperatura, umidità, e misurano la qualità dell’aria". Esistono in commercio diverse tipologie di sensori, che potrebbero diventare di uso comune come i saturimetri e il defibrillatore. Costano meno di duecento euro e sono in grado di effettuare rilevamenti ovunque: aule scolastiche, uffici, esercizi pubblici, palestre, sale riunioni, spazi soggetti a sovraffollamenti.

Questi sensori sono parenti dei nasi elettronici che segnalano sospette fughe di gas o per un principio di incendio. Sima ha messo a punto una metodologia per verificare il corretto funzionamento di questi apparecchi, così da validarli con certificato. E quando scatta l’allarme anti Covid per eccesso di CO2 che fare? In quel caso, avvertiti per tempo, possiamo provvedere al ricambio d’aria, e ridurre la presenza numerica di persone all’interno del locale, in tutta sicurezza.