Giovedì 25 Aprile 2024

Nunzia De Girolamo: "Racconto uomini fragili. Le donne? Mi hanno pugnalata alla schiena"

Da ministro a conduttrice tv: "Avevo un collegio sicuro, tre manine con le unghie laccate me lo tolsero. Noi ragazze non sappiamo fare squadra" "Ho sposato Boccia, anche se era di un partito opposto al mio: temevo di dirlo a Berlusconi ma lui capì. La politica oggi? Un circo triste"

Nunzia De Girolamo, 45 anni, con il marito Francesco Boccia, 53 anni

Nunzia De Girolamo, 45 anni, con il marito Francesco Boccia, 53 anni

Parliamo di uomini?

"Finalmente li osservo da vicino. Li vedo come sono: davanti a me mettono a nudo pensieri nascosti, ansie, perfino fragilità. La conoscenza reciproca è il mezzo per capirsi. Ce n’è un gran bisogno".

Sembra facile ma non lo è. Nunzia De Girolamo invece è perfettamente a suo agio nel salottino televisivo che conduce il sabato, nella seconda serata di Raiuno. Titolo appropriato: Ciao maschio. Viaggio a cuore aperto in un universo mai così traballante, incerto, disorientato. "Mi hanno scelta perché sono un maschiaccio", scherza. Il tacco 12, la sua eleganza, la femminilità esplicita dicono che non è così. Nata a Benevento 45 anni fa, avvocato, un dottorato di ricerca, eletta due volte alla Camera nel 2008 e nel 2013, ministro dell’Agricoltura in quota Pdl nel governo Letta di larghe intese. È sposata dal 2011 con Francesco Boccia, Pd, anche lui ex ministro (nell’esecutivo Conte bis). Insieme fanno l’unione degli opposti, politicamente e non solo. Hanno una bambina: Gea, che avrà nove anni a giugno.

Com’è arrivata a condurre un talk show?

"Tre anni fa ho cambiato pelle. Forza Italia mi aveva ricandidata, in una notte di misteri qualcuno ha rimescolato le carte e mi è toccato un collegio impossibile a Bologna. Ho trovato una città aperta, accogliente, che mi somiglia. Sono entrata nelle case di gente rimasta nel mio cuore. Ce l’ho messa tutta però non potevo vincere: fuori per 500 voti. Un grande dispiacere. Mi sono sentita tradita e ho chiuso il capitolo".

L’ha tradita una manina?

"Tre manine. Con lo smalto sulle unghie. Le donne sanno tirare coltellate sanguinose. Gli uomini fanno spogliatoio e gioco di squadra, almeno in questo sono più bravi di noi".

Così ha cambiato strada?

"Ho cominciato a scrivere sui giornali. Quindi la collaborazione in tivù con Massimo Giletti. Alla fine il grande salto: Ballando con le stelle, intrattenimento allo stato puro".

Com’è andata?

"Mi sono divertita da matti. In più avevo una forma fisica strepitosa, ci tornerei subito".

Suo partner era Raimondo Todaro, lo stesso di Elisa Isoardi nell’ultima edizione. Di loro due si è chiacchierato molto.

(ride) "Forse sono stata l’unica che non si è innamorata di Raimondo. È una battuta, credo ci fosse solo grande empatia come del resto fra noi. Sembravamo due liceali in gita. Almeno con lui tutto perfetto".

Con gli altri meno. Selvaggia Lucarelli è stata un giudice troppo severo?

"Sono finita sotto tiro, mia figlia scherzando la chiamava Malvagia. Credo fosse un gioco delle parti e il pregiudizio della giuria verso una arrivata dalla politica. Una donna del centrodestra, peraltro. Ma alla fine è sempre uno spettacolo. E comunque i voti del popolo mi hanno portato in finale".

Ora ha un programma suo, temi importanti trattati con leggerezza. Perché uomini e donne sono diventati nemici?

"È un momento di grande conflittualità. Di confusione. Stereotipi da una parte, voglia di rivalsa dall’altra. Le donne hanno conquistato spazio mentre gli uomini perdevano certezze. Molti si sono rifugiati in una sottocultura arcaica maschilista. Le nuove generazioni sono più sensibili al cambiamento: il nostro compito è educare alle differenze di genere, valorizzarle con l’esempio quotidiano in famiglia".

Sua figlia ha quasi nove anni: è già il momento di raccontarle il mondo?

"Fare i genitori è il mestiere più difficile. Il mondo non è una favola. Bisogna mettere in guardia senza trasmettere ansie: spiegare con chiarezza che in un angolo di strada può esserci la molestia in agguato, o un bullo nel cortile della scuola. Parlare, parlare, parlare".

Condivide le rivendicazioni femminili?

"La parità di ruoli e di busta paga è sacrosanta. Ma sono contro le quote rosa, non siamo panda. E poi la declinazione dei sostantivi al maschile: sono stata avvocato e ministro, senza aver bisogno di combattere per le parole. Preferisco la dimostrazione pratica a quella semantica".

Con suo marito ha dovuto combattere?

"Ha otto anni più di me: l’inizio è stato complicato. Ho messo ordine nella sua vita, lì dove l’ordine non c’era proprio. Non ha perso del tutto le vecchie abitudini però ha messo la testa a partito".

Un partito avversario del suo.

"Ci siamo conosciuti e innamorati nel 2009 quando lo scontro politico era violentissimo. È stato un colpo di fulmine coltivato fra molte precauzioni, ci parlavamo via mail come due clandestini tenendo la politica fuori dal nostro rapporto. Finché abbiamo deciso di rivelarci all’esterno".

Più difficile dirlo a suo padre o a Berlusconi?

"Un pomeriggio ho portato Francesco a Palazzo Grazioli per presentargli Silvio. Si è parlato di molte cose ma non di quella. L’ho fatto io qualche giorno dopo. La risposta è stata: non preoccuparti, purché ti tratti come una principessa".

E suo padre?

"Lo temevo. Siamo una famiglia tradizionale del Sud e Boccia ha due figli, Edoardo e Ludovica, nati da un’unione di fatto. Avevo anch’io dei pregiudizi ma è andata bene. Con la collaborazione della sua ex compagna Benedetta siamo diventati una famiglia allargata. I tre ragazzi vanno d’accordissimo".

Ci avrebbe creduto?

"No. Ero una donna in carriera che non pensava di metter su casa né di avere una figlia. Adesso sono madre prima di ogni altra cosa. Gea ha smussato la mia ambizione e il mio egoismo restituendomi centralità rispetto alla vita. Un punto di equilibrio".

Suo marito dice: Nunzia è una donna impegnativa.

"Ho una sovrastruttura complessa dietro la faccia tosta, la grinta, il piacere di stare in mezzo agli altri. Lui è riservato, riflessivo, in pace da solo. Siamo il giorno e la notte: in fondo è quel che ci ha uniti".

È in sintonia con se stessa?

"A tratti. Sono molto esigente. Incontentabile. In sintesi: una rompiballe. Però questo carattere difficile mi ha permesso di resistere nei momenti bui".

Allude alla sua vicenda giudiziaria?

"Sette anni di fango e l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Ho avuto giustizia, ma avevo pensato di buttarmi dalla finestra. Sono stati sette anni di rabbia, disperazione, impotenza. Non sarebbe accaduto se non avessi fatto politica".

Tornerebbe a farla?

"La politica è entusiasmo e passione. E alle passioni non si declina. Mai dire mai nonostante le disillusioni".

Come vede i suoi ex colleghi?

"Non sono più andata in Parlamento o al ministero. Li guardo in tivù e penso: io sono fuori da questo circo. È un film triste che non mi piace più".

Suo marito è rimasto nel circo.

"Lui non è un criceto in gabbia che corre nella ruota".