Giovedì 18 Aprile 2024

Nudi censurati dai social? I musei vanno sui siti per adulti

Le gallerie di Vienna costrette a spostarsi sulle piattaforme vietate ai minori

«Gli amanti», opera del 1914 dell’austriaco Koloman Moser censurata dai social

«Gli amanti», opera del 1914 dell’austriaco Koloman Moser censurata dai social

Sono finiti su un sito online per adulti i capolavori dei musei di Vienna. È la decisione dell’ente del turismo della capitale austriaca per sfuggire alla censura di Instagram, Facebook o TikTok che continuano a vietare la messa in rete dei quadri considerati osceni. La censura è decratata dagli algoritmi che non distinguono tra pornografia e arte, ma è ipocrita mettere sotto accusa il computer, una macchina, comunque programmata dai censori della rete.

Le opere d’arte che i turisti, magari accompagnati dai figli minorenni, possono visitare senza problemi nei musei, da ora si potranno vedere in rete solo sul sito Only Fans, purtroppo a pagamento, riservato agli adulti. "Non è una nostra sconfitta" dichiara Helena Harthauer, la responsabile dell’ente del turismo, ma denuncia l’ottusità e la mancanza di cultura dei censori. I primi che si iscriveranno al sito riceveranno una City Card, la tessera gratuita per visitare Vienna, e le sue collezioni.

La rete TikTok a luglio ha prima sospeso e poi bloccato l’Albertina, perché aveva messo in rete la foto di un seno nudo opera dell’artista giapponese Nobuyoshi Araki, giudicata pura pornografia. Nel 2019, Instagram aveva censurato un nudo di Paul Rubens. Il Leopold Museum ha dovuto rinunciare a mettere in rete una serie di capolavori dell’espressionista Egon Schiele. E sempre il Leopold si è visto condannare come pornografico un video realizzato sul quadro Liebespaar, coppia di amanti, di Koleman Moser.

L’Albertina non ha potuto reclamizzare la recente mostra su Modigliani perché i quadri erano stati giudicati osceni. "Ci siamo trovati nell’impossibilità di promuovere le attrazioni della nostra città – si sdegna Frau Helena Harthauer –, i turisti non vengono a Vienna per andare solo al Prater, le nostre attrazioni sono le raccolte delle collezioni d’arte. Come possiamo fare pubblicità?". Si spera che la reazione austriaca induca i resposanbili della rete a cambiare i loro metodi, ma a Vienna non si è ottimisti. La censura in rete è solo un aspetto. Continuano le pressioni sui musei non solo austriaci, per rimuovere dalle sale i quadri considerati osceni. A Berlino hanno chiesto alla Gemälde Galerie di nascondere nei magazzini "Omnia vincit amor", o l’"Amor terrestre" dipinto da Caravaggio nel 1602: un giovinetto nudo e trionfante. L’artista ritrasse il suo garzone Cecco Boneri, che divenne a sua volta un pittore di talento, conosciuto come Cecco del Caravaggio. Boneri era l’amante del suo maestro, hanno denunciato i contestatori, e Caravaggio era un pedofilo. Il direttore del museo berlinese rispose a muso duro: non ci penso afatto. E il capolavoro è rimasto al suo posto.

In Italia dovremmo censurare la Paolina Bonaparte di Canova? Nel marzo 2008, invece, a Londra, vennero rimossi dalla metropolitana i manifesti che facevano pubblicità alla mostra di Cranach, con la riproduzione della sua Eva, bianca e bionda. Un quadro del 1528 avrebbe dunque turbato i londinesi del XXI Secolo?