“Le nubi interstellari cambiano luce e colore degli astri”. Scoperta nuova equazione

Gli scienziati dell'Università di Padova fanno luce su uno dei misteri dell’universo con la ‘Legge di reddening’ sulla densità della polvere delle stelle

Gli scienziati dell'Università di Padova scoprono l'equazione che svela la densità della polvere di stelle

Gli scienziati dell'Università di Padova scoprono l'equazione che svela la densità della polvere di stelle

"Nulla so con certezza. Ma la vista delle stelle mi fa sognare", diceva Van Gogh. Una certezza però c'è. Gli scienziati dell'Università di Padova hanno scoperto la "Legge di reddening", una nuova equazione matematica che spiega come le nubi interstellari modifichino la luminosità e il colore dei corpi celesti. Facendo così luce su uno dei misteri dell'universo.

La ricerca degli scienziati padovani 

La novità è giunta nell'ambito della ricerca "Differential reddening in the direction of 56 Galactic globular clusters", condotta da Maria Vittoria Legnardi. A collaborare con la dottoranda di Fisica e Astronomia dell'Università veneta un gruppo di studiosi, tra i quali un'astronoma dell'Università di Seoul, Sohee Jang.

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Sebbene per questo fenomeno esistesse già un'equazione ritenuta valida, la nuova formula dei padovani potrebbe portare a rivedere alcune dottrine scientifiche riguardanti lo spazio. "Con questa scoperta molti studi basati sull'equazione tradizionale dovranno essere rivisti. C'è la possibilità che alcune nozioni sull'universo possano subire importanti cambiamenti nei prossimi mesi o anni", commenta Legnardi.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, riprende le teorie di inizio '900 dell'astronomo americano Edward Emerson Barnard. Il quale aveva intuito che lo spazio tra le stelle non fosse vuoto ma avvolto da una miriade di particelle, all'occhio umano invisibili, che interagisce con la luce degli astri. Polveri e gas rarefatti che addensandosi formano nubi oscure, dalla materia intangibile e senza forma. Ma che permea l'intera Via Lattea, occupando anche gli spazi apparentemente vuoti.

Lo studio delle nubi interstellari 

"Le nubi non sono visibili nelle immagini, ma siamo riusciti a ricostruirle grazie a una laboriosa analisi della luce proveniente dalle stelle che le attraversa", spiega la dottoranda alla guida del gruppo di ricerca. Mentre, riguardo alla loro forma, aggiunge Jang: "Possono assumere forme bizzarre; è un po' come sdraiarsi su un prato a sognare e guardare le nuvole: animali, volti di persone, o persino un grande cuore".

E così la polvere di stelle, nella forma di nubi interstellari, interagisce con la luce emessa dai corpi celesti, cambiandone le proprietà. Alterandone i colori o rendendoli meno luminosi. E, di conseguenza, influendo nello studio degi altri fenomeni astrofisici oltre la coltre nebulosa, dai pianeti extrasolari alle reazioni termonucleari nelle stelle.