Martedì 22 Aprile 2025
ALESSANDRO D'AMATO
Cronaca

Nordio e i femminicidi: "Il reato non è sufficiente. C’è un problema etnico"

Il ministro: alcuni gruppi non hanno la nostra sensibilità verso le donne. Insorge la sinistra. Serracchiani (Pd): analisi criminologica dell’Ottocento.

La protesta delle donne fuori dalla Sapienza di Roma

La protesta delle donne fuori dalla Sapienza di Roma

Ci sono giovani e adulti di etnie "che magari non hanno la nostra sensibilità verso le donne". E quindi ci si illude se si pensa che "l’intervento penale possa risolvere la situazione". Perché la politica e i giudici possono soltanto reprimere entro certi limiti "questi fatti, che si radicano probabilmente nell’assoluta mancanza non solo di educazione civica ma anche di rispetto verso le persone". Dopo i due femminicidi di Sara Campanella e Ilaria Sula il ministro della Giustizia Carlo Nordio accende la polemica politica, anche se il Guardasigilli premette che l’intervento penale "esiste e deve essere mantenuto per affermare l’autorità dello Stato". Le sue parole arrivano nel mentre all’università Sapienza di Roma in migliaia di studentesse e studenti protestano contro la violenza di genere. "Siamo stanche di vivere in un Paese così", è il grido delle ragazze al presidio.

FEMMINICIDI ED EDUCAZIONE "Abbiamo fatto il possibile sia come attività preventiva per incentivare il Codice rosso e accelerare i termini sia nell’aspetto repressivo", chiarisce il ministro Nordio, parlando a margine di una iniziativa organizzata dalla Camera penale: "Abbiamo addirittura introdotto il reato di femminicidio che ci è costata anche qualche critica". Ma "è questione di educazione" e serve "un’attività a 360 gradi, soprattutto nell’ambito delle famiglie dove si forma il software del bambino". Ma la frase sull’etnia dà fuoco alle polveri: "Non si fermano col razzismo i femminicidi. Non si fermano agitando odio etnico o celando la questione del maschile tossico", dicono i parlamentari del Pd nella Bicamerale Femminicidio, mentre per Alessandro Zan le parole di Nordio sono "indegne di un ministro della Giustizia" e Debora Serracchiani chiede che "le donne possano sentirsi sicure a casa loro e fuori", possibilmente evitando "le analisi da criminologo ottocentesco". A rincarare la dose ci pensa l’associazione Antigone. "Ridurre il tema della violenza sessuale o dei femminicidi a questione di nazionalità non tiene conto della complessità di un fenomeno dalle radici antiche – dichiara il presidente Patrizio Gonnella –. Chiamare in causa presunte provenienze etniche come base di comportamenti criminali - come ha fatto il ministro della Giustizia Carlo Nordio - significa andare alla ricerca di capri espiatori e nemici".

IL DDL SUI FEMMINICIDI Per Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera, "Nordio dice sciocchezze, forse per compiacere i suoi amici leghisti, ma così è chiaro che il governo fa arretrare la lotta ai femminicidi". E soprattutto lo fa "mentre la ministra Roccella fa un appello alle opposizioni per un voto sul ddl che introduce il reato di femminicidio". Secondo il segretario di Più Europa Riccardo Magi il Guardasigilli "si diceva garantista invece era solo razzista. Nel 2024 su 99 donne uccise, 83 è stata per mano di un uomo italiano e solo in 16 casi si è trattato di cittadini stranieri". Anche la presidente di Azione Elena Bonetti dice che Nordio dimostra "un’ignoranza incompetente sulla composizione sociale del fenomeno, e, purtroppo, irrispettosa verso la morte di innumerevoli donne uccise da un’italianissima violenza maschile".

IN DIFESA DEL MINISTRO A difendere il ministro della Giustizia alla fine è la deputata Imma Vietri, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Affari Sociali: "In merito ai femminicidi e alla violenza sulle donne basta leggere le statistiche ufficiali diffuse dal Dipartimento di Pubblica sicurezza: su 5.832 indagati per stupro nel 2023, il 43% sono stranieri. Gli accusati di aver ucciso donne nel 2023 sono 160, di questi ben 44 sono stranieri (27,5%). E che alcune etnie abbiano sensibilità diverse nei confronti delle donne, per via della loro cultura o religione, mi sembra un dato talmente reale che non so come possa essere contestato".