Giovedì 18 Aprile 2024

"Non spiccica ‘na parola, ma deve passare"

Le intercettazioni inguaiano il rettore e i docenti: "Guadagna 10 milioni, ti pare che lo bocciamo!". La procura ha già sentito due indagati

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PERUGIA

"Il mio timore è che poi, tirando, tirando, diamo il livello ed esce (Suarez, ndr) , i giornalisti fanno due domande in italiano e va in crisi" visto che, per dirla con la sua prof, "non spiccica ’na parola". Lorenzo Rocca, l’esaminatore che ha firmato la prova d’esame di Luis Suarez e poi ha raccontato davanti alle telecamere in cosa consistessero le prove (ora si scopre probabilmente concordate, ndr), qualche preoccupazione l’aveva già prima dello scandalo. "È una gatta da pelare, come si fa, si fa male" si sfogava col rettore Giuliana Greco Bolli il 15 settembre, all’anti-vigilia dell’arrivo dell’attaccante uruguaiano a Perugia per sostenere l’esame "farsa" di italiano e ottenere il certificato del B1, indispensabile per diventare cittadino comunitario e firmare l’ingaggio con la Juventus. Perché fuori da Palazzo Gallenga, sede dell’Ateneo, quel pomeriggio del 17 settembre, c’era una ressa di cronisti e fan accorsi a vedere e acclamare il campione che, infatti, se ne era stato in rigoroso e anomalo silenzio, scortato dalla polizia e nascosto dietro una mascherina anti-Covid. Lo avevano mostrato al mondo ma lui non aveva sferrato parola. Tanti click e pochi sorrisi.

Ciò nonostante Rocca, ben prima della prova d’esame, aveva dettato alla segretaria dell’Università, Cinzia Camagna ("Mi dici tu che voto gli do e via") l’attestato con il punteggio per l’attaccante: "Mettici il minimo eeee". Camagna: "3,3,3,3,3,!". Rocca: "Brava, perfetto, sì metti 3. E perché tanto ho sentito la Rettrice ieri, la linea è quella!". Considerando che, in realtà, Suarez sarebbe stato un A1, ovvero il livello base, l’intermedio era proprio regalato. L’importante per la rettrice era che fosse "su quel binario lì". Quello, probabilmente, del superamento dell’esame. "Su quel binario lì - ripeteva Rocca – Il discorso è che comunque... sul verbale non ho problemi a metterci la firma perché in commissione ci sono io e mi assumerò la responsabilità dell’attribuzione del punteggio". Però certo, se esce e parla con i giornalisti, sono guai. E invece i guai sono arrivati dalle intercettazioni sia telefoniche che ambientali.

Il primo contatto tra la Juventus e il direttore generale, Simone Olivieri arriva i primi di settembre, tramite un intermediario. Sono poi gli storici avvocati del club bianconero a parlare con Olivieri per accordarsi sull’esame di italiano ma le telefonate non sono state trascritte sul Decreto di perquisizione e sequestro della procura di Perugia nel quale compaiono alcuni spezzoni di colloqui tra gli indagati.

La macchina di Palazzo Gallenga si mette in modo: l’obiettivo è la promozione dell’attaccante e, in tempi rapidi. Tanto che la sessione del 22 settembre viene anticipata al 17 e, per timore che appaia una decisione anomala, vengono convocati, alla fine, pure altri esaminandi. Il 12 settembre la professoressa Stefania Spina, direttrice del Centro di valutazione e certificazione linguistica dell’Università per Stranieri di Perugia e docente del breve corso on-line seguito da Suarez su Teams si confida con un collega: "Ma te pare che lo bocciamo" anche se - ribadisce - "non spiccica ‘na parola e far passare due ore di lezione con uno così non è facile". "Oggi ho chiamato Lorenzo Rocca – dice ancora la professoressa Spina – che gli ha fatto la simulazione dell’esame e abbiamo praticamente concordato quello che gli farà l’esame!. Quindi mi ha detto guarda fagli scegliere ste due immagini".

E all’interlocutore che le domandava "con che livello dovrebbe passare questo ragazzo?", la docente risponde: "Non dovrebbe, deve, passerà, perché con dieci milioni a stagione di stipendio non glieli puoi far saltare perché non ha il B1". "Considera che è un A1 - aggiunge – non coniuga i verbi e parla all’infinito. Vabbè comunque queste son cose che è chiaro che fai, glielo fermi per il B1 cittadinanza? Cioè, voglio dì, fà ride no?". Ieri la professoressa Spina e l’esaminatore Rocca – difesi dagli avvocati Papini e Manni - sono stati sentiti fino a tarda sera in procura. Hanno parlato ma non si sa se abbiano ammesso. I pm non hanno convocato invece gli altri tre indagati. Né il rettore, assistita dall’avvocato David Brunelli, né il direttore generale, difeso dall’avvocato Francesco Falcinelli.

Erika Pontini