Non si può più scherzare su niente?

Piero

Degli Antoni

La Cina è fin troppo vicina. La smania

del politically

correct ha flagellato anche

una trasmissione eticamente irreprensibile come ‘Striscia la Notizia’. Gerry Scotti e Michelle Hunziker sono stati costretti a chiedere scusa per aver fatto gli occhi a mandorla e per aver blandamente imitato la parlata cinese sostituendo la elle alle erre. Così come il doppiatore del personaggio indiano di Abu, nei Simpson, ha chiesto di essere sostituito da un collega di quella etnia. Se le rigide regole del politicamente corretto fossero retroattive, metà della comicità italiana dovrebbe finire nell’indifferenziata.

Basta pensare ai Nuovi Mostri di Tognazzi e Sordi, al ciclista rimbambito di Walter Chiari, la presa in giro dei toscani con il celebre ‘Tito, te tu hai ritinto il tetto’ di Tognazzi-Vianello, e ancora loro a farsi beffe dei montanari veneti nello sketch ‘Il troncio’. E che dire di Carlo Campanini che apostrofava Chiari con un sonoro ‘Vieni avanti cretino’? Sotto la falce della correttezza cadrebbero anche Paolo Panelli, col suo personaggio del soldato balbuziente, e Lando Buzzanca con il grottesco arbitro Carmelo Lo Cascio, senza dimenticare il premio Nobel Roberto Benigni che irrideva Giuliano Ferrara per il suo fisico pingue. L’umorismo vive

di istinti sacrileghi, il suo mandato è la beffa, la burla,

il pernacchio. È inevitabile che qualcuno finisca offeso. E si dovrebbe proibire tutto ciò? Non fatemi ridere.