Non seppellire i morti e offendere i vivi

Antonio

Troise

Perché io so io e voi non siete un c….o.

A leggere la dura replica dell’Ama sulla triste vicenda dei cimiteri romani, viene subito in mente la celebre battuta del Marchese del Grillo interpretato dall’indimenticabile Alberto Sordi. Di fronte alla scandalo delle bare "parcheggiate" per mesi in attesa di sepoltura e cremazione, la reazione repentina dell’azienda municipale, che minaccia addirittura di "querelare per "procurato allarme" chi si lamenta giustamente, lascia non solo di stucco. Ma squarcia un velo sull’arroganza di chi si sente forte all’ombra del monopolio pubblico e che, proprio in ragione di questa posizione di predominio, assolutamente inattaccabile. Anche di fronte a dati e numeri che sono sotto gli occhi di tutti, agli episodi di mala-gestione che quotidianamente finiscono sulle pagine dei giornali. E, invece, guai a chi osa criticare o alzare la voce. Perfino vicende come queste, che aggiungono dolore al dolore dei familiari che hanno perso un loro caro, lasciano indifferenti chi si trova nella stanza dei bottoni a gestire, in modo a dir poco discutibile, la "macchina" dei cimiteri romani. Così, invece di limitarsi a chiedere scusa ai romani e correre ai ripari, con interventi d’urgenza e con un impegno straordinario, arriva addirittura l’annuncio del ricorso alle carte bollate per mettere a tacere le critiche. Insomma, guai a chi disturba ili manovratore. E’ vero che in tempo di Covid tutto è diventato più difficile. Ma ci sono servizi e settori dove le giustificazioni servono a poco o a nulla. Contano solo le risposte che le aziende, soprattutto quelle pubbliche, hanno il dovere di dare ai cittadini. Ed è davvero molto triste constatare che, in questo caso, nelle repliche dell’azienda, sia spuntata perfino la minaccia di una querela. Per citare un altro grande attore, Antonio De Curtis, in arte Totò, ci verrebbe solo da dire: "Ma ci faccia il piacere…"