Martedì 16 Aprile 2024

Convivere col Covid. Non possiamo restare fermi per paura

Mi telefona da Londra il mio amico Carlo Di Stefano. Era un barbiere partito tanti anni fa dalla Sicilia con la valigia di cartone e ora gira su una Rolls Royce metalizzata per le decine di ristoranti che ha aperto in tutta l’Inghilterra (anche in Medio Oriente, ma quelli non li ha mai visti perché non prende l’aereo). "Londra è ancora un disastro per il Covid – mi dice – ma nel resto del Paese abbiamo aumentato il fatturato del 50 per cento rispetto all’anno scorso". Come mai? "Il governo incoraggia la gente a uscire: l’Iva sul conto è scesa dal 20 al 5 per cento e al cliente vanno dieci sterline di rimborso".

Quando il ‘decreto agosto’ sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale capiremo che cosa davvero farà il governo italiano per il settore più massacrato dalla crisi, ma la strada inglese a quanto pare sta dando buoni frutti.

L’aumento quotidiano di contagi – anche se inferiore a quello dei principali paesi europei – dimostra che troppa gente non rispetta le regole di base e va sanzionata sul serio. Ma questo non giustifica limitazioni generalizzate. Ho chiesto a un membro del Comitato tecnico scientifico: che cosa rischio se in treno indosso la mascherina e sto accanto a un signore anche lui con la mascherina? Niente, mi ha risposto. Il problema è che molti se la tolgono. Allora aumentate i controlli sui treni. Non possiamo smettere di attraversare la strada per paura di essere investiti sulle strisce pedonali.

Un fatto è certo. Il pasticcio combinato all’inizio di marzo quando il Cts suggeriva una chiusura parziale dell’Italia e il governo prima tardò, poi decise per il blocco totale, lo ha indotto a garantire – come avviene negli altri paesi europei – di non ripetere a nessun costo il lockdown totale: il costo sarebbe insopportabile. Tra qualche giorno i bollettini ci diranno che non ci saranno più morti, ma i contagi continueranno. Dobbiamo imparare a conviverci. Il virus circola, ma ha perso d’intensità: non si spiegherebbe diversamente perché nessuno finisce più in terapia intensiva. Rispetto rigoroso delle regole, ripeto, ma non si può vivere in una emergenza psicologica permanente. Detto questo, le misure assistenziali così diffuse sono necessarie, ma sono il dito, sia pure dolorante. Guardare solo il dito che indica la luna e non la luna sarebbe imperdonabile. E la luna sono le riforme: per prendere i 209 miliardi dell’Europa bisogna farle e presto.