Non piove da cento giorni, allarme siccità: "A rischio un terzo del cibo italiano"

Po in secca, peggio che a Ferragosto. Coldiretti: problemi per pomodori, frutta, verdura e grano. Un agricoltore: "Preoccupati anche per mais e riso"

Roma, 17 marzo 2022 - Siccità, cento giorni senza pioggia. Una situazione che nel bacino del Po minaccia oltre 1/3 della produzione agricola nazionale, fra pomodoro da salsa, frutta, verdura e grano, e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo.

Il Po ieri al Ponte della Becca (Pavia)
Il Po ieri al Ponte della Becca (Pavia)

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Po peggio che a Ferragosto

Lo afferma la Coldiretti nel commentare l’allarme lanciato dall’Osservatorio sulle crisi idriche convocato dall’Autorità distrettuale del fiume Po - ministero Transizione ecologica, secondo il quale sono saliti a cento i giorni senza piogge significative per il distretto padano, con gli affluenti Trebbia, Secchia e Reno sono ai minimi storici dal 1972, mentre Dora Baltea, Adda, Ticino registrano un -75% nelle portate.

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Il Po è ai minimi da 30 anni, mancano all'appello 100 milioni di metri cubi di portata. Al nord il fiume in secca al Ponte della Becca è sceso a -3,23 metri, più basso che a Ferragosto ed è rappresentativo della situazione di sofferenza in cui versano tutti i principali corsi d’acqua al nord come d’estate ma anomalie si vedono anche nei grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 6% di quello di Como al 31% del Maggiore, secondo il monitoraggio della Coldiretti.

Orzo, frumento e mais a rischio

Nella pianura padana le coltivazioni seminate in autunno come orzo, frumento e loietto ‘’iniziano ora la fase di accrescimento che rischia di essere compromessa dalla siccità’’, sottolinea Coldiretti. Ma ‘’a preoccupare è anche lo sviluppo dei prati destinati all’alimentazione degli animali’’ perché, se le condizioni di secca dovessero continuare, gli agricoltori saranno costretti a intervenire con le irrigazioni di soccorso dove sarà possibile. Dall’altra parte nei prossimi giorni partiranno le lavorazioni per la semina del mais, ma ‘’con i terreni aridi e duri le operazioni potrebbero essere più che problematiche’’.

"Un miliardo di danni"

Una situazione che, sottolinea Coldiretti, ‘’conferma come la siccità sia diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con un danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti’’. A peggiorare le cose è un inverno pazzo con una temperatura superiore di 0,55 gradi rispetto alla media lungo la Penisola ma con picchi più alti di tre gradi nel nord ovest ma precipitazioni scarse che hanno prosciugato fiumi e laghi.

Il progetto: rete di piccoli invasi

Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto insieme ad Anbi un progetto concreto immediatamente cantierabile nel Pnrr - sottolinea Coldiretti - un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale. Il progetto - conclude la Coldiretti - prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto e ottimizzare i risultati finali. L’idea è di ‘’costruire’’ senza uso di cemento per ridurre l’impatto l’ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.

L'agricoltore: "Un disastro"

Gianluigi Tacchini, agricoltore di Santa Cristina e Bissone (Pavia), produce cereali e riso. "Tra dieci-quindici giorni - spiega al telefono - cominciano le semine del mais, tra 20 giorni quella del riso. Siamo molto preoccupati. La terra è dura, non si riesce a lavorare. Ci vogliono più tempo e più risorse come gasolio, per far passare più volte i mezzi. E sono già molto in sofferenza le coltivazioni di questo periodo. Frumento, orzo e foraggi per il bestiame proprio ora avevano bisogno dell'acqua per crescere". Per questo gli agricoltori si aspettano "una produzione molto limitata, ridotta del 30-40 e anche del 50%, in alcune zone". Ma è a rischio il cibo sulla tavola degli italiani? "Direi proprio di sì - è la conclusione dell'agricoltore -. Un altro mese così e sarà un disastro. Se non arriva la pioggia, dovranno arrivare gli aiuti di Regione e Stato".