Roma, camera di tortura per chi non pagava i debiti ai narcos

I carabinieri hanno trovato un appartamento rivestito in teli di plastica per non lasciare tracce

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Una camera di tortura per chi non "onorava" i debiti contratti con il gruppo criminale. Un appartamento degli orrori, in zona Collatina, a Roma, utilizzato dall’organizzazione dei narcotrafficanti raggiunta ieri da 14 misure cautelari, in una operazione condotta dai carabinieri coordinati dalla Dda, per ottenere soldi per partite di droga non pagate. Una camera rivestita con teli in plastica al fine di non lasciare tracce di sangue, in cui la vittima veniva legata, spogliata e costretta per ore a subire minacce e violenze fisiche. Delle torture registrate dagli inquirenti, grazie a un trojan piazzato in un telefono cellulare di un indagato.

Nell’ordinanza del gip vengono citate che alcune intercettazioni relative a quanto avveniva nell’appartamento. "Basta Daniè... Mi gira la testa. Basta Daniè, mi stai ammazzando", implora la vittima dopo il suo sequestro avvenuto l’11 dicembre del 2018. A capo dell’organizzazione, attiva nel quartiere La Rustica, il pregiudicato Daniele Carlomosti. Quest’ultimo è citato anche nell’ordinanza di custodia cautelare della maxindagine Mondo di Mezzo e in particolare il suo rapporto con Massimo Carminati. L’ex Nar in una circostanza, riferendosi al sodalizio gestito dal Carlomosti, riferiva ad un interlocutore la frase: "quelli so’ brutti forti compa’". Tra le persone arrestate c’è anche Armando De Propris, imputato (poi assolto) assieme al figlio per l’omicidio del personal trainer Luca Sacchi risalente all’ottobre del 2019. Tra gli episodi emersi dalle indagini anche un pestaggio avvenuto a dicembre 2018 a un debitore costretto a consegnare due orologi di lusso e fare un passaggio di proprietà di un’auto per estinguere un debito di droga.

Secondo i carabinieri il capo della struttura criminale Daniele Carlomosti svolgeva funzioni di raccordo tra i fornitori della droga e gli acquirenti, dediti allo spaccio nell’hinterland romano con lo scopo finale di conquistare l’egemonia del commercio di droga nella zona. Tutte le attività sarebbero state coordinate da casa sua nella zona de La Rustica, nella parte est della Capitale, con il coinvolgimento anche della zia e della moglie.