Terroristi non estradati dalla Francia, "Non hanno scontato la pena, niente clemenza"

Giovanni Bachelet, figlio del vicepresidente del Csm ucciso dalle Br: "Tornino in Italia a farsi processare, la Francia non può darci lezioni"

Giovanni Bachelet, fisico e politico, 67 anni, figlio del giurista ucciso dalle Br

Giovanni Bachelet, fisico e politico, 67 anni, figlio del giurista ucciso dalle Br

Roma, 30 giugno 2022 - "Perdono e riconciliazione passano per l’assunzione di responsabilità. Lo penso profondamente. Perdono e riconciliazione non possono basarsi su un falso storico, ma devono basarsi sulla verità. Le pagine si voltano quando ci si assumono le proprie responsabilità. Quindi quei terroristi in Francia sarebbero dovuti tornare in Italia e avrebbero dovuti essere processati per i reati che hanno commesso". Così il professor Giovanni Bachelet, figlio di quel Vittorio Bachelet – già presidente dell’Azione Cattolica, esponente Dc vicino ad Aldo Moro e vicepresidente del Csm – ucciso dalle Brigate Rosse il 12 febbraio 1980.

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Professor Bachelet, la sua famiglia perdonò gli assassini di suo padre.

"Certo. Al funerale di papà dicemmo una preghiera per chi si trovava a combattere per la democrazia e una preghiera per i terroristi che ci avevano fatto del male. Volemmo chiarire che noi non eravamo nemici di nessuno, non solo che li perdonavamo. Era la negazione della vendetta".

Se i terroristi riparati in Francia tornassero e fossero condannati, sarebbe a suo avviso opportuno, dopo così tanti anni dai loro crimini e la sconfitta della lotta armata, concedere loro clemenza, tipo arresti domiciliari o affidamento ai servizi sociali?

"Per loro la clemenza c’è già stata ed è stata molto ampia. Mentre i loro compagni stavano in carcere per anni o anche decenni, loro erano liberi in Francia. Mi pare che non possano attendersene altra. Tornino e si facciano processare".

Amareggiato?

"Non mi piacciono quelli che fanno i furbi come non mi piacciono quelli che non pagano le tasse. Vede, la stragrande maggioranza degli autori dei crimini più importanti degli anni di piombo sono stati identificati, condannati e hanno scontato la loro pena. Anche i condannati all’ergastolo, dopo 26 anni, hanno avuto la libertà condizionale. È giusto. Lo considero un grandissimo successo. Complessivamente lo Stato ha vinto. Questo gruppetto di impenitenti furbetti riparati in Francia mi fa invece quasi compassione. I loro compagni si sono fatti anni di carcere e adesso sono liberi cittadini- Loro invece si comportano da furbi. Fossi uno di loro un po’ mi vergognerei. Ma non credo proprio che sia il caso. Vedo semmai il gusto di averla fatta franca e di fare il gesto dell’ombrello dalla Francia, come Alberto Sordi nel marchese del Grillo: io sono io e voi non siete un ...".

Sorpreso dalla decisione francese?

"Per nulla. Semmai fui sorpreso quando li arrestarono. I francesi si divertono a dipingerci come una sorta di Repubblica delle banane dove si perseguitano quelli che hanno opinioni politiche diverse. Mi pare una prospettiva totalmente errata e loro, che si sono coccolati anche uno come Khomeini, hanno francamente poco da insegnarci in termini di giustizia e soprattutto dell’opportunità nel dare asilo ai terroristi".