Non è tutto presidenzialismo quel che luccica

Cesare

De Carlo

Davvero come dice Berlusconi il presidenzialismo è meglio del parlamentarismo? Un momento. Se il presidenzialismo non si limita all’elezione diretta del Capo dello Stato ma è il risultato di una riforma elettorale in senso maggioritario come dovrebbe essere logico, i vantaggi di struttura prevalgono sulle prevenzioni ideologiche. Eccoli: bipartitismo o almeno bipolarismo, stabilità politica e soprattutto responsabilità degli eletti nei confronti degli elettori. Guardate al record negativo dell’Italia: in quattro anni oltre trecento deputati hanno tradito il mandato cambiando casacca in un parlamento con una dozzina di partiti. E ora gli svantaggi. Il presidenzialismo può essere puro come negli Stati Uniti. Il capo dello Stato è anche capo del governo. O può essere misto come in Francia. Il capo dello Stato divide il potere esecutivo con un primo ministro. Quale dei due sistemi sarebbe più congeniale all’Italia? Presumibilmente il secondo con ballottaggio. Ha un suo sperimentato precedente nella scelta dei sindaci. Si votano le persone più che i partiti. A doppio turno se necessario. Ma se dovesse prevalere il turno unico, come negli Stati Uniti, il rischio è evidente. Date un’occhiata alla storia americana. Doverosa. Nel bene e nel male l’America rimane la guida dell’intero Occidente. Ebbene questa guida negli ultimi 22 anni è stata esercitata da personalità ‘’not up to the job’’, non all’altezza. Da Bush junior sino a Biden, passando per Obama e Trump. Due repubblicani e due democratici. Nessuna rimozione praticabile. In due secoli e mezzo si contano tre impeachment senza maggioranza in Senato. Conclusione: se eleggi un mediocre, un inetto te lo tieni per quattro anni. Dunque attenzione. E comunque la questione non fa parte del programma del centrodestra. Perchè sollevarla mentre gli avversari sprofondano nei sondaggi? ([email protected])