Giovedì 18 Aprile 2024

"Non dormire". Così la moglie ha salvato Alex Zanardi

Intervista al medico che per primo ha soccorso Zanardi: "Passavo di là per caso e non lo avevo riconosciuto"

Alex Zanardi è tornato a casa dopo l'incidente

Alex Zanardi è tornato a casa dopo l'incidente

"Da medico ho compreso subito che era una situazione gravissima. Ho fatto allontanare tutti dal ferito, dicendo solo alla moglie di continuare a parlargli per mantenere un minimo stato di coscienza. È stata bravissima. Gli dava forza, accarezzandolo con le parole. È stato molto importante perché la funzione uditiva rappresenta uno stimolo al cervello per non spegnersi. Mi vengono i brividi quando ci penso". Eppure Luigi Mastroianni, 43 anni, romano, di professione fa il medico legale. E ne ha visti tanti di incidenti drammatici.

Un caso che passasse sulla Sp 146 quel 19 giugno, quando la staffetta tricolore di Alex Zanardi si stava dirigendo verso San Quirico d’Orcia dove non è poi mai arrivata per lo schianto contro un tir della handbike del campione. Che è stabile ma sempre grave, in terapia intensiva, dopo il secondo intervento chirurgico alla testa al policlinico di Siena. "Ci stavamo recando, con la mia compagna, in una struttura ricettiva della zona per un fine settimana di vacanza", racconta Mastroianni che è stato sentito come persona informata sui fatti dai carabinieri, coordinati dal pm Serena Menicucci che ha affidato la perizia su dinamica e handbike.

Non ha visto l’incidente?

"Si è verificato un incolonnamento. Ho compreso che doveva essere accaduto qualcosa. Poi hanno cominciato a chiedere ‘C’è un medico? C’è un medico?’. Sono corso sul posto".

Zanardi dove era?

"Sul bordo della strada. In quel momento non lo avevo proprio riconosciuto. Mi sono preoccupato solo di evitare che qualcuno lo spostasse. Aveva una ferita molto brutta, un grave trauma maxillo facciale. Non si doveva toccare per evitare danni maggiori. Gli amici disperati. L’autista del camion lo stesso".

Lei ha incitato la moglie a stare accanto ad Alex e a parlare con lui.

"Ripeto, è fondamentale in queste situazioni conservare un minimo stato di coscienza. La funzione uditiva è uno stimolo al cervello per non spegnersi. ‘Signora continui a parlargli, non gli faccia chiudere gli occhi’, le ho chiesto. E lei è stata bravissima, nonostante il comprensibile choc. Lo incoraggiava, non ricordo le parole esatte. Gli diceva ‘forza, non ci lasciare, superemo anche questa. Forza Alex’".

Dottore, lei ha poi tolto di mano il cellulare a un vigile per chiedere al 118 l’elisoccorso.

"Non ricordo con esattezza chi fosse. Ritenevo fondamentale la tempestività in quella situazione, forse sono stato anche maleducato. Un’ambulanza avrebbe impiegato troppo per portarlo a Siena. L’équipe dell’elisoccorso è stata brava, svolgendo il lavoro in modo eccellente".

Ha capito poi che era Zanardi.

"Ho sentito che si parlava di lui, allora ho riconosciuto il volto. Quello di una persona che ha sempre sprigionato una forza incredibile, il sorriso sulle labbra. Un super eroe moderno".