Ponte Genova, l'ex portiere miracolato: "Oggi non ci sarò, ripenso sempre a quel giorno"

"Resta il fallimento, nessuno ha vigilato. Risarcimenti? Zero. Mi sono pagato da solo cure e macchina"

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Nei titoli è l’uomo del miracolo. Eredità pesante?

"Sì, faticosa. Capisco perché tanti scampati non abbiano più voglia di parlare. Succede anche a me. Più passa il tempo e più desideri essere lasciato in pace. Non vuoi che la gente ti ricordi come quello del ponte".

Davide Capello, 35 anni, ex portiere del Cagliari, vigile del fuoco. Nella memoria degli italiani, scampato alla strage del ponte Morandi di Genova. Graziato. Come il camionista Giancarlo Lorenzetto. Tutti siamo ammutoliti davanti alla foto della sua Volkswagen Tiguan grigia, volata giù per più di 40 metri e incastrata tra le macerie. Lui dentro, praticamente illeso.

Parte una nuova storia, s’inagura il San Giorgio. Che sentimento prova?

"Penso che anche così non si rimargina una ferita ancora aperta. Il viadotto che c’era è caduto, questo per me è il fallimento. Spero che la giornata non diventi una festa".

È vigile del fuoco a Savona, allena i giovani portieri del Genoa. Il nuovo ponte per lei sarà un tragitto obbligato.

"Non subito. Prima o poi ci passerò, ora no. Prendo tempo, vorrei essere pronto. Perché le conseguenze fisiche le risolvi con le terapie. Ma psicologicamente, devi fare i conti con i disturbi post traumatici. Ci sono nottate dure, quando si fatica a prendere sonno. Ti senti un sopravvissuto".

Cosa vuol dire?

"È doloroso pensare a chi non ha avuto la mia fortuna. Resta addosso una sensazione di tristezza, un senso di colpa".

Giustamente le famiglie chiedono: non dimenticate i nostri morti.

"Sono venute a mancare 43 persone. Il fallimento è non aver vigilato. Il nuovo ponte non potrà mai alleviare il dolore di quella giornata".

Siamo nel pieno dell’esodo ma la Liguria è al centro di un maxi ingorgo per lavori.

"Non voglio entrare nella discussione politica, non l’ho mai fatto. Ma è sicuramente uno scandalo un disagio così in una regione che vive tanto di turismo. Vale anche per chi deve lavorare... Io non prendo l’autostrada da marzo".

Andrà all’inaugurazione?

"Assolutamente no. Per me quel ponte è caduto il 14 agosto e non ci sarà niente che lo potrà sostituire. Sono del parere che non doveva venire giù".

C’è un’inchiesta con più di 70 indagati.

"Ma non si parla più del processo, solo della concessione. Non si parla più di chi non ha vigilato. È quella la cosa triste, secondo me. C’è un nuovo viadotto e quindi... la tragedia va nel dimenticatoio. Ci sono persone che ancora aspettano verità e giustizia".

Lei è stato risarcito?

"Io non ho visto un centesimo. Mi sono pagato le cure, il fisioterapista e lo psicologo. E mi sono pagato l’auto nuova".