Giovedì 18 Aprile 2024

"Noi preti nella lista della morte"

"Tutti noi eravamo in una lista di persone da eliminare, ma io oggi parlo da Kiev: è un miracolo". Lo racconta commosso il capo della Chiesa greco-cattolica, monsignor Sviatoslav Shevchuk, in un incontro online con il Pontificio Istituto Orientale, parlando di un elenco di leader religiosi sgraditi all’aggressore.

"C’erano persone infiltrate, un gruppo che preparava un assalto alla cattedrale – dice –. Avevano nomi, cognomi, indirizzi". Piange Shevchuk, il più giovane capo di una Chiesa cattolica orientale, 52 anni appena compiuti ma al vertice da quando era poco più che quarantenne.

Le prime esplosioni a Kiev, il 24 febbraio, "sono state uno choc, nessuno è preparato alla guerra tranne il criminale che la sta pianificando e poi la mette in atto. Nessuno di noi mai poteva immaginare che questo potesse avvenire. Ma questa invasione era stata ben pianificata", spiega. Piglio sempre deciso, infaticabile, in costante contatto con Papa Francesco con il quale si conoscono dai tempi in cui entrambi erano a Bueons Aires.

Descrive le tante cose orribili che sta vivendo il suo Paese. "Gli aggressori hanno cominciato a fare i soldi: per uscire dalla città di Mariupol chiedono mille dollari per una macchina. Sono venuti per spogliarci". Infine loda il coraggio di tanti vescovi ortodossi legati a Mosca che hanno preso le distanze dal Patriarca Kirill. Ma non il Capo della Chiesa di Mosca a Kiev, il Patriarca Onofrio. "Gli ho chiesto un incontro privato, senza mezzi di comunicazione, sono sempre stato rifiutato".