Giovedì 18 Aprile 2024

No alle nozze combinate "La sua fine segni una svolta Ragazzi pakistani reagite"

Lo scrittore Ejak: la nostra comunità in Italia dovrebbe costituirsi parte civile "La madre resterà libera, in patria le donne non contano neanche per la legge"

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di Benedetta

Salsi

Fare di Saman "un’icona". La bandiera di tutte le ragazze e i ragazzi di seconda generazione in Italia. Ahmad Ejaz, giornalista e scrittore pakistano, corrispondente in Italia dal 1989, va dritto al punto.

Ahamad, ora il padre di Saman è stato arrestato, ma il corpo della 18enne non è stato trovato. Cosa resta di questa ragazza?

"La comunità pakistana dovrebbe costituirsi parte civile per rinforzare il caso: manca il corpo di Saman, è passato più di un anno, questi tre (due cugini e uno zio, ndr) non hanno mai parlato. Bisogna farla diventare un’eroina delle ragazze discriminate in Italia. La voce di tutte le seconde generazioni: un milione mezzo di giovani nati o cresciuti qui, troppe volte vittime di tradizioni brutali e sbagliate".

Quello delle ragazze pakistane uccise per mano dei propri familiari per ragioni culturali è un elenco fin troppo lungo nel nostro Paese.

"Sono sei le ragazze pakistane uccise in Italia negli ultimi 16 anni: bisogna ricordarle. Prima Hina Saleem, uccisa dai parenti nel Bresciano nel 2006, perché troppo moderna; poi nel 2010 Begm Shnez e la figlia Nosheen Butt (di Novi di Modena), la madre lapidata e la figlia rimasta in coma per mesi dopo le botte di padre e fratello perché si opponevano a un matrimonio combinato: Nosheen ora è viva, ma è come se non lo fosse, con l’esistenza distrutta. E ancora: Sana Cheema, portata in Pakistan dalla provincia di Brescia nel 2018 per essere strangolata perché si opponeva al matrimonio combinato; Azka Riaz, violentata e uccisa dal padre nel Maceratese nel 2018. Infine Saman Abbas".

Anche la giovane di Novellara si opponeva a un matrimonio combinato. Perché è ancora così radicata questa usanza?

"I pakistani pensano che l’amore venga dopo il matrimonio. Nel loro programma di vita non c’è cercare l’amore: quello è compito dei genitori. La tradizione è più forte di sentimenti ed emozioni. Anche perché non ci sono luoghi d’incontro in Pakistan: non ci sono discoteche, classi miste, molti lavori le donne non li fanno. Sono rarissimi i matrimoni d’amore. Il matrimonio combinato è normale per tanti; quello che dobbiamo condannare è il matrimonio combinato forzato".

Anche perché gli equilibri precipitano quando le famiglie emigrano in Europa.

"In Inghilterra scappano via 1.200 ragazze all’anno per non sottostare ai matrimoni combinati forzati. Le seconde generazioni che studiano e crescono qui iniziano ad avere le stesse esigenze degli europei. Dopo l’Inghilterra – dove vivono un milione e 200mila pakistani – in Italia c’è la seconda maggiore comunità, con circa 133mila immigrati. Seguono Spagna (80mila) e Germania (70mila). La differenza è che in Inghilterra c’è lo ius soli: una ragazza che ha passaporto inglese può essere aiutata dall’ambasciata; c’è un numero verde che le seconde generazioni possono chiamare dicendo: ’Io sono in difficoltà’. In Italia le ragazze pakistane non hanno la cittadinanza e si fa fatica a proteggerle. Saman era tornata a casa per prendere il foglio del permesso di soggiorno per scappare; poi è stata portata nei campi dal padre ed è sparita. Forse se avesse avuto il passaporto non staremmo raccontando questa storia. Se ci fosse lo ius soli in Italia le seconde generazioni sarebbero più forti".

Ma perché in Italia, e non negli altri Paesi, avvengono tutti questi femminicidi di ragazze pakistane?

"Oltre il 50% degli immigrati che sono in Italia vengono soltanto da due città: Gujrat e Mandi Bahauddin, non dalle grandi metropoli. E tutti quelli che hanno ucciso venivano dai villaggi, dove la cultura rurale è molto forte. Lì devi sposare il tuo primo cugino, così la terra rimane in famiglia. Ed è la stessa ragione per cui il giudizio della comunità resta più importante di quello della legge. È una vera e propria istigazione alla violenza: ’Guarda che tua figlia sta diventando moderna’, dicono al padre. Ma le tradizioni quando sono barbare vanno abbandonate".

Che cosa rischia ora il padre di Saman?

"Se ci sarà l’estradizione sarà solo per lui, non per la moglie. Perché una donna è considerata non colpevole direttamente, proprio in quanto donna e per l’onore del Paese non possono essere estradate. Le donne in Pakistan hanno tre ruoli: madre, figlia e moglie. Non è previsto che compiano omicidi. Il padre, invece, va condannato in Italia e non in Pakistan. Il caso di Saman è diventato molto mediatico in Italia. Ma non in Pakistan. Lì non ha fatto notizia: il delitto d’onore, anche se è reato, molte volte viene risolto in famiglia: se la madre ’perdona’, dopo un anno il condannato esce dal carcere. Qui magari ci sta 20 anni".