Giovedì 25 Aprile 2024

"No al riconteggio dei ricoverati" Cts e medici contro le Regioni

I governatori chiedono di considerare non malati di Covid gli asintomatici in ospedale. Sono il 34% del totale

di Alessandro Farruggia

Dividere pazienti con Covid dai pazienti ricoverati per Covid. Le Regioni spingono per avere gli asintomatici ricoverati per altre patologie conteggiati a parte, in modo che non incidano sui criteri in base ai quali le Regioni cambiano di colore. Ma il blitz per ora si è arenato. L’Iss è contrario, il Cts è diviso e nel Governo ci sono sensibilità diverse: per questo non si è arrivati a una decisione ieri e non ci si arriverà fino alla prossima settimana. Da quanto filtra, il ministro della Salute Speranza è contrario, almeno in questa fase, a cancellare il bollettino giornaliero ed è molto cauto sullo “sdoppiamento“ pur se, osservano i suoi, il dialogo con le Regioni "è sempre aperto".

Secondo la Fiaso, la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, il 34% dei pazienti positivi ricoverati entra in ospedale non per curare il Covid ma altre malattie. Quindi viene ospedalizzato non per il virus ma con il virus e tuttavia non può accedere ai reparti non Covid perchè contagiato. "Non possono essere seguiti in un reparto non Covid ma al contempo hanno bisogno degli specialisti che curano la loro malattia. Q questo comporta una notevole pressione sulle aziende ospedaliere in termini di risorse: la necessità di personale è duplicata – sottolinea il presidente Fiaso, Giovanni Migliore – Le strutture ospedaliere sono notevolmente sotto pressione anche per questo motivo". Per gli ospedali il cambio di classificazione non risolverebbe il problema perché comporterebbe la necessità di mantenere i percorsi separati, dato che ogni positivo, sintomatico o meno, se viene ricoverato con altre patologie dovrebbe rimanere isolato dai pazienti non positivi, senza dare un sollievo organizzativo. "Come sa chi conosce bene l’organizzazione ospedaliera – osserva il sindacato Anaao – il paziente Covid positivo richiede comunque personale dedicato obbligato a lunghe procedure di vestizione e svestizione e isolamento in spazi dedicati, da creare appositamente riconvertendo altri reparti. Senza contare il blocco delle sale utilizzate per gli accertamenti diagnostici . Tutti motivi che rendono il cambiamento del metodo di calcolo inefficace ai fini della riduzione del carico di lavoro ospedaliero".

Su questa ipotesi si è detto contrario l’Istituto superiore di sanità, mentre il Cts è spaccato e ieri ha intanto dato parere negativo all’abolizione del bollettino quotidiano. Ma chi è favorevole al “doppio binario“ ieri ha però fatto uscire una bozza di lettera alle Regioni da parte della Direzione generale per la programmazione sanitaria del ministero nella quale si sottolinea che "il paziente ricoverato per cause diverse che risulti positivo ma asintomatico al Covid, qualora sia assegnato in isolamento al reparto di afferenza della patologia per la quale si rende necessario il ricovero, pur essendo tracciato come ‘caso’ non sarà conteggiato tra i ricoveri dell’area medica Covid, fermo restando il rispetto del principio di separazione dei percorsi e di sicurezza dei pazienti". È quel che volevano le Regioni, ma la missiva, sottolineano al ministero della Salute, non è stata ancora firmata, è una semplice bozza. C’è ancora il livello politico che deve decidere.

Nel frattempo si muovono i contrari. "Un meccanismo che occulta la gravità della pandemia modificando i parametri di calcolo mette a repentaglio la salute della gente" attacca il presidente dell’Ordine dei medici Filippo Anelli, chiedendo al ministro Speranza di "valutare attentamente e con la giusta prudenza le richieste delle Regioni" poiché "servono misure di controllo dell’epidemia e non operazioni di maquillage". "Il nuovo sistema di conteggio dei pazienti ricoverati per Covid, che scorpori i ricoverati per altre cause come richiesto dalle Regioni – rincara la dose l’Anaoo – rappresenta un mero espediente di equilibrismo contabile".