"Niente trasfusione dai vaccinati". L’ultima follia targata no vax a Rimini

Due sorelle si sono opposte al trattamento per il padre. Il 90enne è ricoverato per una grave patologia

Manifestazione di protesta

Manifestazione di protesta

I medici stentavano a crederci. "Guardate che lo facciamo per il bene di vostro padre, non corre nessun rischio". Niente da fare. Le due figlie del paziente, un novantenne di Rimini ricoverato da tempo all’ospedale della città per una seria patologia, hanno rifiutato il consenso alla trasfusione di sangue per l’anziano genitore perché temevano fosse di un donatore vaccinato contro il Covid. Un ’no’ senz’appello. Ci sono stati momenti di tensione tra i medici e le figlie del paziente, le quali pretendevano a tutti i costi di sapere se il donatore fosse stato vaccinato. Sono state irremovibili, e alla fine i sanitari hanno dovuto ripiegare su una terapia alternativa.

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"Siamo alla follia. Pura follia. E ci rimettono come sempre i più deboli", tuona su Twitter il virologo Roberto Burioni. "È la prima volta che ci capita una cosa del genere", allargano le braccia all’ospedale ’Infermi’ di Rimini, ancora sconcertati per quanto accaduto. L’episodio è avvenuto una settimana fa, giovedì scorso. Massimo riserbo dall’Ausl, ma la notizia è trapelata. E non forse è un caso che sia successo proprio a Rimini, dove il movimento No vax è forte e radicato da molti anni. Tanto che due anni fa il sindaco firmò un’ordinanza apposita (con multe salate) per spingere i genitori più irriducibili a sottoporre i figli ai vaccini obbligatori introdotti dalla legge Lorenzin.

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E non è un caso nemmeno il fatto che Rimini sia la provincia dell’Emilia Romagna con la più bassa percentuale di vaccinati contro il Covid, specie nelle fasce più giovani. Nei ragazzi tra i 12 e i 19 anni solo il 41% ha ricevuto la prima dose.

Negare la trasfusione all’anziano genitore ricoverato solo perché si teme che il donatore sia stato vaccinato "è incomprensibile – attacca Rino Biguzzi, medico e coordinatore per l’Ausl della Romagna del sistema sangue plasma –. È una paura infondata. Le donazioni di sangue sono assolutamente sicure, il vaccino non ha controindicazioni. La legge prevede che chi ha fatto il vaccino anti-Covid attenda 48 ore prima di donare sangue. Se ci sono sintomi lievi, si aspetta qualche giorno in più. Tutto qui. Il sangue donato viene sempre sottoposto a una serie di esami, prima di essere dato a chi ne ha bisogno". E chiedere, come hanno fatto le figlie, di sapere a chi apparteneva il sangue donato è "francamente assurda, perché l’identità deve sempre rimanere anonima. Lo dice la legge".