Venerdì 19 Aprile 2024

Niente processi Ammalarsi non è una colpa

Marco

Buticchi

Prima o poi, mi auguro di sbagliarmi, tutti dovremo fare i conti con questo maledetto virus. Spero non per esperienza diretta, ma per un conoscente, un amico, un vicino intrappolato nella morsa del contagio. Con gli attuali indici di diffusione europei,

il malanno si va allargando

a macchia d’olio. Ci troveremo allora a indicare l’amico come un colpevole moltiplicatore del morbo o gli presteremo l’aiuto di cui ha bisogno? Ogni persona normale, eccezion fatta per i soliti competitori spocchiosi, agisce con la diligenza del buon padre di famiglia: fa uso di protezioni, cura l’igiene personale e mantiene le distanze.

Ma, accidenti, può ritrovarsi positivo senza aver commesso imprudenze. A quel punto, oltre ai ragionevoli guai che andrà a passare con la salute, si aggiungono il peso della colpa e quello della vergogna. Come se lo fosse andato a cercare!

Fa scalpore oggi il numero di calciatori contagiati: si sono abbracciati troppo, ho sentito dire. Certo correremo ai ripari anche per quello. Ma mille

e mille restano i modi

per contrarre un morbo così contagioso, anche senza giubilo del successo. Maturiamo benevolenza e comprensione - e non grida medievali di ‘dagli all’untore!’- nei riguardi di chi è stato colpito dalla meteora mentre attraversava sulle strisce. Affiggergli la lettera scarlatta dietro la schiena non serve neppure come vaccino scaramantico: per uscirne dobbiamo rimanere uniti, prudenti e coraggiosi.