Sabato 20 Aprile 2024

Niente panico: il sì all’e-fuel è il primo passo

Maurizio

Sacconi

La “conquista” da parte della Germania della possibilità di impiego dei carburanti sintetici a idrogeno verde per le future auto è una buona notizia per l’Italia e per l’Europa. Sopravviveranno oltre il 2035 i motori endotermici e si è aperta la strada alla neutralità tecnologica rispetto agli obiettivi ambientali. I biocarburanti passeranno. Se non ora domani. Emerge una nuova filosofia delle transizioni e la si legge ancor più nel comunicato finale del Consiglio europeo. La politica deve fissare gli obiettivi (possibili), le imprese devono trovare gli strumenti. Le imprese vanno sfidate, non oppresse. E non c’è futuro ecocompatibile senza innovazione diffusa, come non ci sarà innovazione senza cultura industriale.

Le crescenti complessità dell’economia globale, dall’inflazione al rialzo dei tassi, alle instabilità bancarie, alle tensioni geopolitiche con conseguenze sulle materie prime, al ritorno dei vincoli di finanza pubblica, non consentono le fughe in avanti di percorsi impossibili. È risultata così prioritaria la preoccupazione condivisa di favorire in tutti i Paesi membri una crescita sostenibile, ovvero senza compromettere pezzi importanti delle manifatture nazionali e dei relativi posti di lavoro. Anche gli atti europei su case, farmaci, imballaggi, filiera agroalimentare sono oggetto di rinvii e ripensamenti. Non basta più considerare un singolo obiettivo ambientale senza tenere conto di una valutazione olistica dei parametri della crescita, dalla competitività alla coesione sociale. D’altronde manca solo un anno al voto europeo e poco più al rinnovo della Commissione: non è difficile prevedere che gli equilibri cambieranno. Questa attesa può essere vissuta nella ricerca di una cultura condivisa, oltre il radicalismo dei temi ambientali assunti, ciascuno, come variabile indipendente.