Giovedì 18 Aprile 2024

La Russia ha chiuso il gas alla Finlandia. La Germania trema e avvisa l'Europa

Helsinki aveva respinto con fermezza la proposta di un pagamento in rubli. E la Germania avvisa gli altri: no al debito condiviso in Eurozona per l’Ucraina"

Dopo Polonia e Bulgaria, il Cremlino chiude i rubinetti del gas anche alla Finlandia. A partire da stamattina alle 7, Gazprom ha interrotto le forniture alla compagnia energetica finlandese Gasum, che non si è piegata all’imposizione dei pagamenti in rubli. "Ci siamo preparati con cura a questa situazione e saremo in grado di fornire gas a tutti i nostri clienti nei prossimi mesi", ha assicurato Mika Wiljanen, numero uno di Gasum, definendo la decisione di Mosca "deplorevole". La società ha dichiarato che continuerà a servire i clienti "da altre fonti, attraverso il gasdotto BalticConnector", che collega la Finlandia all’Estonia.

La premier finlandese Sanna Marin, 36 anni, col cancelliere tedesco Olaf Scholz (63)
La premier finlandese Sanna Marin, 36 anni, col cancelliere tedesco Olaf Scholz (63)

La decisione del Cremlino era stata anticipata da indiscrezioni di stampa in coincidenza con la richiesta di adesione di Helsinki alla Nato, salvo poi venir smentita da Mosca. Ma il 18 maggio Gasum aveva ricevuto da Gazprom la richiesta di aprire un conto in rubli e aveva respinto la richiesta, seguendo le linee guida della Commissione Ue, secondo cui aprire dei conti in rubli per pagare il gas viola le sanzioni. Puntuale era seguito l’annuncio del blocco. Il gas russo rappresenta solo il 5% del mix energetico finlandese e infatti il mercato europeo del gas non ha reagito all’annuncio e ha continuato a calare sulla piazza di Amsterdam fermandosi a 87,9 euro al megawattora (-3,4%). Ci si chiede quale sarà la prossima vittima delle ritorsioni del Cremlino. Per quanto riguarda l’Italia, l’Eni sta cercando di reindirizzare la sua produzione in Nord Africa, Africa e Medio Oriente verso l’Italia, attraverso i gasdotti che la collegano con l’Algeria e la Libia. "Il progresso delle acquisizioni è positivo – ha spiegato l’ad di Eni, Claudio Descalzi, in un convegno a Napoli –, ma è chiaro che con questi volumi non riusciremo a coprire tutto il fabbisogno necessario già nell’inverno ‘22-23. Riusciremo a coprire l’80% del fabbisogno escludendo il gas russo per l’inverno ‘23-24. Al 100% riusciremo a coprire l’inverno ‘24-25". In termini d’impatto economico, considerato che il 30% dei consumi interni di gas dell’eurozona sono alimentati con gas russo (in Germania il 60%) e alla luce delle stime della Bce, secondo cui per ogni 10% in meno di gas russo si perde lo 0,7% di Pil, l’impatto totale di un blocco immediato potrebbe valere oltre il 2% del Pil per l’Eurozona, il 3% per l’Italia e il 4% per la Germania, ha calcolato Fitch.

In Germania la situazione economica va rapidamente peggiorando: l’inflazione di aprile si è attestata al 7,4%, il livello più elevato da oltre trent’anni a questa parte, e la produzione industriale è in forte calo (-3,9% in marzo rispetto a febbraio). "L’economia tedesca rischia una fase di stagflazione", ha detto il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner. "A prescindere dalla questione ucraina, il governo tedesco continua a respingere l’indebitamento comune nell’eurozona", ha precisato il ministro, parlando della proposta di allargare il debito comune per sostenere la ricostruzione del Paese distrutto dai russi. "Se c’è qualcuno che sta prendendo in considerazione di rifare di nuovo qualcosa come il Next Generation Eu, allora la risposta non può che essere no", ha detto Lindner dopo una riunione del G7 e ha sottolineato che prima serve "conoscere le necessità finanziarie dell’Ucraina", per poi procedere a "individuare gli strumenti tecnici" a soddisfarle.