Mercoledì 24 Aprile 2024

Niente di nuovo È l’antico fronte orientale

Roberto

Giardina

La nostra Europa, che è solo una parte del Continente, ha un problema con l´Oriente, con Putin e con Erdogan. Ma è ingannevole parlare di uomini. Il conflitto è con la Russia e con la Turchia, che sventolano bandiere di due imperi scomparsi, quelle dell’ultimo Zar e quelle dell´Impero ottomano. Dopo il crollo del "muro" nell´89, solo un americano con radici giapponesi, Francis Fukuyama, poté scrivere che era la fine della storia. In realtà tornavamo al passato. I confini non si cancellano con le ruspe. Non si vedono, ma continuano a segnare il nostro presente. Speravamo che iniziasse un tempo di pace, e sono nati altri conflitti. Perché in Germania, a sud del Limes il confine romano vecchio di duemila anni, la maggioranza è cattolica, e a nord luterana? Nella guerra dei Balcani, appena ieri, si è combattuto lungo il confine tra l’Impero Romano d´Occidente e quello d´Oriente. Putin si è ripreso la Crimea, perché è russa se si leggono i romanzi di Tolstoj e Dostoevskij. I confini non esistono, si proclama. Ma sono anche un punto d´incontro, purché quanti vivono da una parte e dall´altra si rispettino. Con un volo di due ore si arriva a Istanbul, o a Costantinopoli, o Bisanzio?

Berlino con quasi 300mila emigranti dal Bosforo, è la città turca più grande sul Continente. Sono i miei vicini di casa, ma in maggioranza votano per Erdogan, che vuole ricreare la Grande Turchia, scomparsa nel 1918. Siamo in conflitto con l´Oriente, ma ne abbiamo bisogno. Per il gas o per controllare l’esodo dei migranti. Ma le crisi, in Ucraina, in Siria, e in Libia, che era parte dell´Impero Ottomano poco più di un secolo fa, non sono state provocate da noi. Non si risolvono con la forza, o inscenando grandi manovre della Nato in faccia a Putin. Tocca a noi europei parlare: perché ci conviene, e perché è giusto. Anche russi e turchi hanno bisogno di noi. L´intesa si trova, solo se non si cancella il passato.