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Girona (Spagna), 30 maggio 2022 - "Ho visto quel calcio e ho pensato che fosse mortale. Poi ho incontrato lo sguardo di Niccolò perso nel vuoto". Perché quella pedata, sferrata "come per colpire un pallone", era talmente forte che "ho sentito il suono dell’impatto, nonostante il rumore della discoteca". Nell’aula del palazzo di giustizia di Girona, scalo del turismo low cost diretto a Barcellona ma anche capitale della vicina Costa Brava, si rivive quella notte di Lloret de Mar, tra l’11 e il 12 agosto del 2017. L’ultima notte per Niccolò Ciatti, ucciso, a neanche 22 anni, in un violento pestaggio. Quasi cinque anni dopo, il pm Victor Pillado chiede 24 anni di condanna per il ceceno Rassoul Bissoultanov, ex lottatore di Mma. Ma alla sbarra, per volontà della famiglia, c’è anche un altro connazionale che lo avrebbe spalleggiato in un duello dai tratti quasi militareschi. "Sembravano professionisti", ha detto uno degli amici che era sulla pista della discoteca St Trop, quando Niccolò verrà messo ko prima dai cazzotti, e infine da quel calcio devastante tristemente famoso per un video. Filippo, Andrea, Alessandro: erano lì, a pochi passi dentro quel "cerchio" immaginario che i due ceceni si erano creati, per tenere lontani gli intrusi e picchiare, picchiare, picchiare. "Quando il cerchio si è allargato ho visto Niccolò per terra. Mi sono avvicinato, aveva gli occhi sbarrati, non rispondeva". "Con l’aiuto di due buttafuori della discoteca lo abbiamo portato fuori. Lì, dopo circa un quarto d'ora, sono arrivati i soccorsi". Gli imputati, in aula, ascoltano impassibili. Impassibili anche quando il pm chiede ai testimoni di indicare se in aula ci sono "quello con la maglietta grigia e quello con la maglietta rossa". "Sì, sono loro", rispondono gli amici senza esitazione, allungando un braccio, l’indice teso fino a quasi a toccarli. Davanti ai ...
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