Per approfondire:
"Maledetti, assassini". Luigi Ciatti e sua moglie Cinzia, per la prima volta dopo quasi cinque anni, si sono trovati di fronte i due imputati per l’omicidio del loro figlio Niccolò. "Ci sono passati accanto come se niente fosse. Con la mamma vicino, in quell’atteggiamento da bravi ragazzi, istruiti a dovere dagli avvocati. Si può immaginare la nostra rabbia. È incredibile questo senso di impunità che percepiamo". Processo Niccolò Ciatti, l'amico: "Così lo hanno ucciso davanti a me" Sono apparsi diversi dalle foto in cui mostravano i muscoli. "Sì, hanno cambiato ruolo rispetto ad anni fa, sembrano più normali, non hanno più quell’atteggiamento strafottente: hanno imparato quello che gli è stato detto. Il carcere ha cambiato Bissoultanov? No, sono istruiti da qualcuno e come bravi soldatini eseguono. Ma non siamo certo noi i cattivi: siamo certi di quello che hanno fatto a Niccolò". Non vi è giunto alcun cenno da parte loro? "Mai. E anche oggi hanno sempre guardato dritto" Hanno testimoniato gli amici di Niccolò. Ragazzi che si sono trovati coinvolti in qualcosa di sicuramente più grande dei loro vent’anni di allora. "Sono dei ragazzi normali, una compagnia di amici di Scandicci, della stessa età, che condividevano l’aperitivo, le ferie o i fine settimana. Facevano cose normali, come fanno degli amici affiatati". Il pubblico ministero ha chiesto anche com’era Niccolò. Se ad esempio faceva arti marziali. "Niccolò ha sempre fatto solo nuoto. Si allenava in palestra per star bene, non certo per picchiare. Poi il lavoro che aveva scelto era molto faticoso e stancante: la sera crollava sul divano". L’accusa sembra intenzionata a chiedere 24 anni per Bissoultanov. Ma solo per lui. "Il massimo che può essere dato qui in Spagna. Per l’altro ceceno sono i nostri avvocati a chiedere la condanna a 15 anni perché il ...
© Riproduzione riservata