"Nessuno riesce a farli sgomberare". Tutti contro il Viminale: ora basta

Lega, Fd’I e Pd incalzano la Lamorgese. La polizia si difende: "Rischio di feriti e morti con interventi di forza"

I controlli della polizia e l’identificazione dei mezzi in uscita dal rave party (Aprili)

I controlli della polizia e l’identificazione dei mezzi in uscita dal rave party (Aprili)

Valentano (Viterbo), 19 agosto 2021 - La cassa ipnotica mantiene ossessivamente il suo ritmo, mentre qualcuno, stremato, abbandona gli ettari occupati a Ferragosto da camper e decibel. Il rave abusivo nella Tuscia perde qualche pezzo, ma continua. E la polemica sale oltre il volume della techno, rimbalza dai tavoli tecnici in prefettura alla politica, facendo sponda in procura: perché non sgomberarli? Dal ministro dell’Interno, tirata per la giacchetta da Lega, Fratelli d’Italia e Pd, arriva un invito alla calma: il Viminale fa sapere che Luciana Lamorgese "segue costantemente l’evolversi della situazione" ma anche che "le forze di polizia, nella consapevolezza anche delle gravi preoccupazioni delle comunità locali, stanno lavorando con grande senso di responsabilità ed equilibrio per ripristinare la legalità nel più breve tempo possibile. È necessario lasciar operare le autorità provinciali di pubblica di sicurezza secondo la loro specifica competenza tecnica, professionalità ed esperienza". In serata, la telefonata del ministro al sindaco di Valentano, Stefano Bigiotti. "Mi ha rassicurato sul fatto che il rave è una priorità del Viminale. Una dimostrazione di attenzione che mi spinge a essere fiducioso nell’azione del governo".

L’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, dopo aver ascoltato la Asl aveva squarciato il pomeriggio, facendo temere per l’incolumità degli stessi partecipanti, radunati per un tam tam in rete incredibilmente sfuggito all’intelligence: "La situazione è fuori controllo, nessuna trattativa è possibile. Va ripristinato il corretto ordine pubblico, identificate le persone e individuate le responsabilità di un simile assembramento". Già, ma come? "Chi oggi grida allo scandalo e sollecita interventi coatti, sappia che sta insistendo su una soluzione dove la possibilità di avere feriti gravi o eventi letali è una concreta probabilità", dice il portavoce dell’Associazione nazionale funzionari di Polizia, Girolamo Lacquaniti, difendendo l’operato del questore di Viterbo Giancarlo Sant’Elia.

Le forze di polizia hanno fatto cordone intorno ai campi dell’imprenditore Piero Camilli, da questi parti conosciutissimo per i suoi mattatoi ma anche per il calcio, e ha impedito che al rave non arrivassero ulteriori partecipanti. Difficile anche contarli tutti: si dice 10mila nel picco di Ferragosto. Quelli che nel frattempo se ne sono andati, lo hanno fatto anche grazie a una trattativa nata sul posto. Ma sui campi agricoli seccati dal sole ci sono macchine, caravan, tir: "In uno scenario di questo tipo – prosegue Lacquaniti – l’intervento prevederebbe un uso della forza che dovrebbe tenere conto dei rischi connessi al movimento di mezzi pesanti tra la folla. In più l’uso dei lacrimogeni rischia d’innescare incendi con esiti drammatici".

"Le strade da intraprendere", fa eco Fabio Conestà, segretario generale del sindacato Mosap, "erano solo due a fronte dell’improvvisa ’invasione’ di Ferragosto: usare la forza o usare la testa. Il questore ha scelto di usare la testa e mediare con gli organizzatori del rave party, non facendo mancare presidi di uomini e mezzi atti a garantire che più nessuno si aggreghi ai luoghi e a scongiurare disordini. Crediamo che quella del questore sia stata una scelta responsabile che oltre a limitare i danni e problemi di ordine pubblico, ha già dato i suoi frutti in quanto gli organizzatori lasceranno l’area prima del previsto e molti dei partecipanti sono già andati via. Ovviamente – conclude Conestà – se avessimo avuto più uomini e mezzi a disposizione, le cose sarebbero andate diversamente".

Resta il buco nella prevenzione. E questa invasione barbarica indigeribile per questa costellazione di piccoli Comuni a cavallo fra Toscana e alto Lazio, buon cibo, turismo, anche patrimoni naturalistici. "Siamo preoccupati per la fauna della zona e il Lago di Mezzano", denuncia Silvano Olmi, presidente di un’associazione, Fare Verde, che ha l’obiettivo di salvaguardare queste terre. Proprio nel lago, è annegato un partecipante al rave. I pm di Viterbo indagano per morte in conseguenza di altro reato. Cioè lo spaccio. Ma oltre alle cessioni di droga, nei paesini intorno a Valentano si sono moltiplicati furti e piccoli saccheggi. E anche gli animali si tapperebbero le orecchie. Se potessero.