Venerdì 19 Aprile 2024

Nessuno chiede più i contributi per ricostruire

Spopolamento e rassegnazione, il commissario Legnini: "Ventiduemila edifici potrebbero non tornare più alla luce, un mese per presentare le domande"

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Lo spettro dello spopolamento aleggia sui borghi del Centro Italia colpiti dai terremoti di 5 anni fa. Gli oltre 22mila edifici censiti come inagibili dopo gli eventi sismici e per i quali non è ancora stata presentata né la richiesta, né la prenotazione del contributo per ricostruire, suonano come un drammatico campanello d’allarme per il futuro di molti piccoli paesi e frazioni a ridosso dell’Appennino. La Struttura commissariale che fa capo a Giovanni Legnini, proprio ieri ha scritto ai sindaci di oltre 500 Comuni nelle quattro regioni del "cratere", invitandoli a prendere "ogni iniziativa possibile" per raggiungere i proprietari delle case inagibili che non hanno ancora fatto passi concreti per la ricostruzione. Se entro il 15 dicembre (il termine è già stato prorogato una volta) non presenteranno una manifestazione di volontà a richiedere il contributo, lo perderanno.

"È un’iniziativa utile per avere una volta per tutte il quadro completo di ciò che dovrà essere realmente ricostruito", dicono molti sindaci, tra cui quelli di Arquata del Tronto Michele Franchi, di Norcia Nicola Alemanno, di Ussita Silvia Bernardini e di Preci Massimo Messi. Ma c’è anche chi, come il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, ritiene che questa iniziativa del commissario "sia un aggravio burocratico per i sindaci e vada a favorire lo spopolamento dei nostri territori, soprattutto se si introduce la decadenza del contributo". Ad oggi le manifestazioni di volontà a ricostruire già presentate sono 27mila e riguardano 37.200 edifici, che si aggiungono ai 21.100 per i quali esiste già la richiesta di contributo, per un totale di 58.300 edifici, "un numero molto elevato ma ancora distante da quello degli edifici censiti come inagibili dopo il sisma, che erano 80.300", evidenzia la Struttura commissariale.